Anche il campione non ne può più. L’incidente è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso!
Antonio Cairoli, una leggenda del motocross italiano e pluricampione del mondo, ha recentemente espresso il suo disappunto riguardo alla sicurezza nell’ambito del motociclismo. Il campione è davvero furioso e chi come lui che ha passato la vita in sella ad una due ruote enduro può capire una cosa simile?

In un mondo dove milioni di persone viaggiano in moto, è imperativo affrontare queste problematiche con la serietà che meritano. La salute e la vita dei piloti non possono essere messe a rischio per la mancanza di investimenti e di volontà di cambiamento. La speranza è che l’incidente di cui Carioli ha ricevuto notizia e che ha commentato possa dare una spinta a migliorare le situazioni.
Di recente, Cairoli si è lamentato per la sicurezza di un tipo di motociclette in particolare. Sentite che cosa ha detto e per quale motivo.
Un incidente troppo grave: serve un cambiamento
Cairoli, con la sua lunga esperienza nel motocross, ha sollevato una questione fondamentale: “Le piste devono assolutamente migliorare in termini di sicurezza e preparazione tra prove e gare.” Le sue parole risuonano come un appello a tutti gli attori coinvolti nel motocross: dai promotori agli organizzatori, fino ai piloti stessi, è fondamentale unire le forze per garantire un futuro dove la sicurezza sia la priorità.
Questo commento è emerso in seguito all’incidente che ha coinvolto il pilota sloveno Tim Gajser, il quale ha subito una lussazione alla spalla durante un evento di MXGP in Gara 2, di preciso in Svizzera. La preoccupazione di Cairoli non è un caso isolato; il problema della sicurezza nelle competizioni di motocross sta diventando sempre più urgente e merita un’analisi approfondita.

Secondo quanto riportato, Gajser è caduto violentemente dopo aver colpito un terrapieno situato a bordo pista, il quale, a detta di Cairoli, non rispettava gli standard di sicurezza necessari per le moto moderne. “Quel tipo di piste andava bene per le moto di 30 anni fa”, ha commentato Cairoli, sottolineando la necessità di un aggiornamento delle strutture per garantire la sicurezza dei piloti. A livello mondiale, la FIM ha il compito di stabilire le norme di sicurezza, ma sembra che ci sia una discrepanza tra le raccomandazioni e la realtà delle piste, come evidenziato dall’incidente di Gajser.
L’incidente di Gajser che se l’è “cavata” con una spalla lussata non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il motocross ha visto un incremento degli infortuni gravi, molti dei quali potrebbero essere prevenuti con un adeguato investimento nella sicurezza delle piste. Secondo un report pubblicato dalla FIM nel 2022, il 35% degli infortuni nei circuiti di motocross è attribuibile a condizioni di pista inadeguate. Questo dato mette in luce l’urgenza di un intervento da parte delle autorità competenti e dei promotori degli eventi.
Le istituzioni sportive e le organizzazioni che gestiscono le competizioni di motocross devono assumersi la responsabilità di garantire un ambiente sicuro per i piloti. La mancanza di standardizzazione e di controlli rigorosi ha portato a situazioni inaccettabili, come quella vissuta da Gajser. Le polemiche riguardanti la gestione delle piste evidenziano un sistema che, nonostante le denunce e le richieste di cambiamento, continua a trascurare la sicurezza in favore di altri interessi. Ma la sicurezza è un problema anche fuori, dalle piste.