Stelantis sembra essere finita dentro a un problema che apparentemente non riesce a risolvere: di cosa si tratta.
Stellantis è un gruppo automobilistico fra i più importanti e rilevanti al mondo. Risulta essere davvero molto difficile trovarne uno all’altezza del brand che ha fuso FCA e PSA insieme, se parliamo di vendite, unità prodotte su base annua di qualsiasi tipo e popolarità sul mercato dell’eurozona.

Nonostante questo, però, il 2024 è stato sicuramente l’anno più difficile per Stellantis negli ultimi cinque o dieci. Dalla crisi degli impianti italiani fino alle tensioni con il governo fino alla crisi dell’elettrico dal punto di vista delle vendite e le dimissioni dell’ex CEO Carlos Tavares. Sono tante le situazioni che hanno visto il brand italo-francese sotto la luce dei riflettori, e non in maniera positiva.
E adesso, a 2025 appena iniziato, c’è un altro problema da cui il marchio non riesce ad uscire. Scopriamo allora, nelle prossime righe, cosa sta succedendo a Stellantis e perché potrebbe tranquillamente essere una questione tutto tranne che semplice da risolvere a breve termine, specie per i consumatori che cercano questo tipo di automobile dal brand.
Stellantis, ennesimo problema: cosa sta succedendo
Stellantis, semplicemente, produce sempre più auto ibride. Un po’ perché l’elettrico pare accusare il colpo dal punto di vista delle vendite, e un po’ perché al contrario le automobili ibride funzionano ancora benissimo. Il problema qual è? Che, come spiegato in un’audizione al Senato francese da Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer di Stellantis per l’Europa ed Ex AD di Alfa Romeo, l’azienda non riesce ad accumulare abbastanza componenti per produrre le vetture che stanno nel mezzo fra le auto tradizionali e quelle elettriche. Forse, uno strascico della crisi dei microchip del periodo Covid che ancora si fa sentire.

A ottobre vi sono stati problemi nelle forniture delle trasmissioni eDCT – presenti sui motori ibridi a 48 Volt montati anche sulla Grande Panda – ma non si tratta di un caso isolato. Infatti, non sono gli unici ritardi che hanno portato a un deciso e netto calo della produzione. A marzo, a casa della difficoltà della catena di forniture, sono state prodotte 20.000 automobili in meno. Tutta questa problematica si è scatenata a causa delle difficoltà dell’elettrico sul mercato. Stellantis ha cercato di cadere in piedi tramite l’ibrido, che però ha riscontrato altri tipi di difficoltà.
Il Gruppo presenta ordini di acquisto con tre mesi di anticipo, che sono pochi per permettere ai partner di Stellantis di organizzarsi come si deve. Non che il brand potesse comportarsi tanto diversamente; le multe dell’UE, al di là di ciò che apprezzano i clienti, incombono su chi supera i limiti di CO2, e il prezzo da pagare è molto più salato di un ‘semplice’ calo di vendite: 1,7 miliardi di euro. Insomma, l’ibrido è un salvagente obbligato per i produttori di auto elettriche delusi da un 2024 quasi completamente in salita, ammesso e non concesso che non vi siano ritardi da parte della catena di forniture.