Metalmeccanici, dal 2025 possono andare in pensione anticipatamente: c’è una condizione

In pensione prima del tempo. Per questi lavoratori, si aprono le porte di un congedo anticipato dal lavoro! 

A partire dal 2025, i lavoratori del settore metalmeccanico in Italia avranno l’opportunità di andare in pensione anticipata, ma dovranno rispettare specifiche condizioni. Questa nuova norma, introdotta nella Manovra di Bilancio 2025, richiede ai lavoratori di aderire a forme di previdenza complementare, in particolare due di cui parleremo a breve.

Lavoro metalmeccanico operaio
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La misura della Manovra di Bilancio 2025 è rivolta a un gruppo selezionato di lavoratori. Possono beneficiare della pensione anticipata coloro che:

  • Sono stati assunti a partire dal 1° gennaio 1996.
  • Hanno la pensione calcolata interamente secondo il sistema contributivo.

Questi lavoratori potranno richiedere il pensionamento anticipato a partire dall’età di 64 anni, ma solo se soddisfano ulteriori requisiti di contribuzione. In particolare, dovranno avere:

  • 25 anni di contributi versati entro il 1° gennaio 2025.
  • 30 anni di contributi versati entro il 1° gennaio 2030.

Il vincolo del TFR e l’importanza del Fondo Cometa

Un aspetto cruciale della nuova normativa è la necessità di destinare il Trattamento di Fine Rapporto o TFR alla previdenza complementare. Per accedere alla pensione anticipata, i lavoratori devono rinunciare alla liquidazione del TFR e indirizzarlo verso il Fondo Cometa o il Fondapi. Infatti solo l’adesione ad una realtà tra il Fondo Cometa o il Fondapi possono portare all’accesso alla pensione prima dell’età prevista. L’obiettivo della riforma è costruire una rendita integrativa che si aggiunga alla pensione pubblica, permettendo così di raggiungere una soglia minima mensile necessaria per il pensionamento anticipato.

Metalmeccanici pensione anticipata
In pensione prima del tempo, ecco come – www.AutoMotoriNews.it

Per avere diritto alla pensione anticipata, l’importo complessivo (inclusa la rendita integrativa) deve essere pari a tre volte il trattamento minimo, che nel 2025 si traduce in circa 1.810 euro mensili lordi. A partire dal 2030, questa soglia aumenterà a 3,2 volte il trattamento minimo. Se i lavoratori non riescono a raggiungere questa soglia, dovranno attendere l’età pensionabile ordinaria stabilita dalla Legge Fornero.

Il Fondo Cometa rappresenta la principale forma di previdenza complementare per i lavoratori metalmeccanici. Gli iscritti ai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) Federmeccanica-Assistal e Federorafi possono aderire a questo fondo. Il Fondo Cometa prevede tre fonti di contribuzione:

  1. TFR del lavoratore – Per chi è stato assunto dopo il 28 aprile 1993, il 100% del TFR deve essere destinato al fondo. Per i lavoratori assunti prima di questa data, è possibile scegliere di destinare tra il 40% e il 100% del TFR.
  2. Contributo del dipendente – Questo può includere anche benefici derivanti da welfare contrattuale.
  3. Contributo dell’azienda – Qualora previsto dal contratto di lavoro.

Questa struttura di contribuzione mira a garantire una pensione integrativa adeguata, contribuendo così alla sicurezza economica dei lavoratori al momento del pensionamento.

Ne vale la pena? 

Sebbene la misura possa sembrare vantaggiosa, gli effetti immediati sulla platea dei lavoratori interessati potrebbero essere limitati. Infatti, coloro che compiranno 64 anni nel 2025 sono nati nel 1961 e devono aver iniziato a lavorare dal 1996 in poi. Questo restringe il numero di persone che possono realmente beneficiare della riforma, poiché molti lavoratori del settore metalmeccanico hanno carriere più lunghe e continuative.

Inoltre, la soglia richiesta di 1.810 euro mensili lordi potrebbe risultare difficile da raggiungere per molti lavoratori, specialmente per quelli con stipendi più bassi o con carriere discontinue. Questo elemento evidenzia la necessità di una pianificazione attenta e strategica per coloro che desiderano sfruttare questa nuova opportunità di pensionamento.

La previdenza integrativa diventerebbe quindi un elemento fondamentale per garantire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro. La decisione di aderire a questi fondi non solo influisce sulla possibilità di andare in pensione prima, ma ha anche ripercussioni significative sulla stabilità economica nel lungo termine per i lavoratori del settore metalmeccanico.

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