Fallisce dopo 50 anni: addio alla nota casa automobilistica

Nulla da fare per la storica azienda, non la vedremo più: il fallimento arriva come un fulmine a ciel sereno.

Il mercato odierno nel campo dei motori è decisamente spietato e nemmeno fare gruppo in consorzi sempre più grandi che includono anche una ventina di marchi – vedi Stellantis o General Motors – sembra in grado di proteggere le case automobilistiche che cadono in crisi dal fallimento. Chiariamoci, non che i fallimenti di marchi anche molto famosi siano una novità moderna.

Flop casa automobilistica
Ha finito la sua corsa, non tornerà -www.AutoMotoriNews.it

Austin, Saab, Proton, Pontiac, Oldsmobile, Isotta Fraschini ed Autobianchi, questi sono solo alcuni dei nomi più rilevanti di grandi aziende del settore automobilistico che hanno cessato tutte le attività, in alcuni casi per un vero e proprio fallimento mentre in altri, per ragioni commerciali o perfino politiche! A questo lungo elenco, ora, si aggiunge una casa, attiva da oltre cinquant’anni e che tutti speravano riuscire a ripartire.

L’azienda che produce storiche automobili sportive, destinate solo ai più ricchi del pianeta, ha incontrato una triste fine che purtroppo si può dire fosse annunciata già da tempo. Entrata in una spirale di perdite, vendite scarne e clienti meno fedeli al marchio di quanto si sarebbe auspicato, i dirigenti della casa non hanno avuto scelta: hanno staccato la spina.

Addio al colosso premium: non la vedremo più

Qualcuno di voi potrebbe essersi spaventato leggendo queste righe pensando ad esempio a Maserati: il grande nome del Gruppo Stellantis non naviga in buone acque e per molti economisti, è vicino al fallimento. Questa volta però possiamo tirare un sospiro di sollievo, almeno come italiani perché, come appassionati, diamo l’addio ad un brand leggendario.

Addio ad Isdera
La casa Isdera non esiste più (Car and Classic) – www.AutoMotoriNews.it

Fondata ormai nel 1982 in Germania da Eberhard Schulz la casa tedesca Isdera è stato un nome di primo piano nel campo delle automobili sportive artigianali, qualcosa di molto simile alla nostra Pagani o all’olandese Spyker o, ancora, alla britannica TVR. L’azienda ha prodotto alcune auto memorabili tra cui ricordiamo la stravagante Imperator 108 su telaio Mercedes o la Commendatore 112, anch’essa un prodotto davvero innovativo per i tempi. Questi modelli, prodotti in poche decine di esemplari, valgono una fortuna per i collezionisti e sfoderano prestazioni da vere supercar di razza.

Arrivato da poche ore il verdetto di Insolvenza presso la corte del Saarbrucken, con il curatore Thomas Becker come legale che seguirà il caso, è improbabile che rivedremo ancora questa casa. Anche l’acquisizione cinese valutata negli ultimi dieci anni non sarebbe andata in porto.

L’azienda ha faticato a sopravvivere intanto per il discorso di essere una piccola costruttrice indipendente in un mondo di grandi colossi, poi, per l’esiguo numero di esemplari prodotti e infine, per il costo notevole di assemblare a mano tutti gli esemplari, prodotti pezzo dopo pezzo con portiere ad ala di gabbiano e motori di eccellente fattura. Tra i tanti rimpianti, la partecipazione alla Le Mans 24 Ore degli anni ottanta che non ci fu mai. Un po’ di amaro in bocca, oggi, ce l’hanno tutti gli appassionati di supercar di questomondo.

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