Allarme rosso per i proprietari di Tesla. Non c’è un software che può risolvere la questione: ora sarà durissima.
Le automobili prodotte da Tesla, compagnia americana uscita come un fulmine a ciel sereno nel corso del duemila anche grazie alle intuizioni geniali di Elon Musk, suo attuale CEO nonché principale finanziatore ai tempi, sono sicuramente moderne, iconiche e molto comode. Non è un caso che per due anni di fila, un modello Tesla – il SUV Model Y – sia risultato l’auto più venduta del mondo superando nomi come BYD e Toyota.

I numerosi pregi di queste auto che includono anche il fatto di non generare emissioni – aggirando quindi i vari blocchi Euro 3 ed Euro 4 che si stanno abbattendo sui cittadini – di essere esenti in molti casi dal Bollo Auto o dal pagamento dei parcheggi e, per finire, di farvi spendere molto meno per una ricarica di corrente piuttosto che per un pieno di benzina o di gasolio rischiano di passare in sordina di fronte ai tanti problemi riscontrati negli ultimi anni.
Numerosi problemi hanno afflitto queste auto, fin dalla loro presentazione: che si tratti di perplessità sulla sicurezza come la questione sugli incendi, sul malfunzionamento della chiusura centralizzata o addirittura le polemiche sulla sicurezza dell’autopilota o, ancora, sui tanti richiami per riparare a problemi delle vetture, tutte queste faccende hanno influito non poco sull’opinione popolare dei clienti su Tesla. E non è finita perché ultimamente, sta saltando fuori un problema altrettanto grave.
L’auto di Musk non si riesce a vendere
Quando si compra un’automobile, si sa di aver fatto quello che si chiama un “investimento a perdere”: qualsiasi vettura, a meno che non parliamo di una Ferrari 250 GTO o un’altra vettura classica che aumenterà solo di valore, tende a perdere fino al 75% del suo valore nei primi anni di utilizzo. Una cosa fisiologica su cui non si può fare molto. La casa Tesla a quanto pare non è nessuno per invertire questa tendenza.
Stando a Wired le automobili Tesla perdono in media il 45% del loro valore dopo i primi 12 medi o 16mila chilometri dal loro acquisto. E non è tutto perché sarebbero anche molto difficili da rivendere. Un’altra analisi condotta dal portale svizzero SonntagsZeitung rivela che non c’è tutta questa richiesta per le auto di Musk sul mercato dell’usato: Dall’inizio dell’anno la domanda di vetture Tesla è notevolmente diminuita”, si legge sul portale. Ma diminuita di quanto?

A seconda dei modelli, può servire oltre un anno per vendere un’auto – per la Roadster servono in media 373 giorni mentre per le Model S e Model 3 i tempi sono aumentati da tre ad un mese – come rivelano i dati, accumulati creando una media tra gli annunci di vendita su AutoScout24. Una cosa strana, dato che le Tesla sono le auto più vendute sul mercato del nuovo.
Alcuni esperti danno la colpa al calo di popolarità del CEO Elon Musk dopo le sue famose prese di posizioni politiche, braccio teso in pubblico incluso. Per altri, il fatto che le Tesla moderne vengano aggiornate mentre molti vecchi modelli siano rimasti indietro – come nel caso dell’ultimo aggiornamento per Autopilot che molte auto prodotte prima di una certa data non supportano – fa si che i clienti si tengano lontani da quelle usate. In ogni caso, almeno una nota positiva c’è: stando alla stampa francese, Tesla non ha fatto segnare dati peggiori di alcune sue concorrenti. Forse, il problema sono le auto elettriche usate e basta?