Cosa c’entra FIAT con una spietata dittatura orientale? La verità che ti hanno sempre nascosto

La casa italiana FIAT ha “collaborato” con una dittatura utopica; la prova è questo modello, un’auto fantasma di cui non hai mai sentito parlare. 

Molti paesi europei sono stati sottoposti per periodi più o meno lunghi a dittature molto feroci: Grecia, Portogallo, Italia, sono solo alcuni paesi che hanno avuto nella storia recente uno o più dittatori. Quando al potere c’è una singola persona con molto ascendente sui costruttori di auto non è raro che queste compagnie debbano produrre prodotti che in qualche modo rispecchiano la politica del suo governante.

La nostra FIAT ad esempio nel periodo fascista ha notoriamente prodotto un’auto chiamata Fiat 508 Balilla, un termine preso dal repertorio di vocaboli che rimandava al concetto di esercito, famiglia e cittadino di Benito Mussolini. Ma cosa pensereste se vi dicessimo che FIAT ha avuto a che fare in un qualche modo anche con una dittatura che si muove sull’esatto opposto dello spettro politico rispetto al ventennio fascista?

Per scoprire quest’automobile, dobbiamo inoltrarci in uno dei paesi più inospitali, misteriosi e singolari del mondo moderno ossia la Corea del Nord. Può sembrare paradossale parlare di auto nell’unica Necrocrazia – una dittatura dove anche i reggenti morti vengono venerati dal popolo come dei – del nostro pianeta dove pochissimi cittadini fortunati hanno abbastanza soldi per una macchina. Eppure, FIAT e la Corea del Nord sono unite da un minuscolo filo rosso!

La FIAT che parla coreano

La Corea del Nord ha un rapporto molto conflittuale con i produttori di auto occidentali: nemmeno quarant’anni fa, il paese stesso si è reso protagonista del furto di auto più clamoroso e grande mai visto, facendosi consegnare dalla svedese Volvo centinaia di automobili che non ha mai pagato. Non è però il solo costruttore ad aver avuto a che fare con la dittatura di Pyongyang.

Tra i pochissimi marchi coreani che producono auto in loco troviamo anche la Pyeonghwa Motors, un’azienda dal nome che significa Pace Mondiale e che nel suo listino, presenta un’auto familiare. Ma quella non è una FIAT Siena, la berlina tre volumi diffusa da FIAT nei paesi in via di sviluppo e derivata dalla piccola Palio? Proprio così, sul listino del brand nord coreano c’è anche una nostra auto!

Tra il 2002 ed il 2006 la casa coreana ha effettivamente prodotto una variante della nostra Siena con il nome di Pyeonghwa Hwiparam, nome traducibile come “fischio”. Non sembra trattarsi di un caso di appropriazione culturale o plagio dato che, secondo diverse fonti statunitensi, l’auto sarebbe stata prodotta comprando la licenza da FIAT o alla peggio dalle case cinesi che producono a loro volta su licenza la vettura da anni.

FIAT però non sembra aver rinnovato l’accordo, dato che a partire dal 2005 sono uscite altre due serie della Hwiparam che stavolta somigliano alle berline Brillance, una casa cinese molto più vicina al registro politico di Kim Jong-un. Resta un mistero chi possa permettersi – o potesse permettersi dato che l’auto non è più in produzione – una vettura del genere dato che in Corea del Nord pochissimi cittadini hanno il permesso o il denaro per comprare un’auto. Forse, questo video di quella che sembra una messa in scena in un finto concessionario per “ingannare” noi occidentali è la vera risposta alla questione…