Cronaca

Stop ai motori termici? Il PPE dichiara guerra all’Europa green!

In contro tendenza assoluta rispetto al Parlamento, un Partito Europeo si oppone allo stop totale. Ecco cosa hanno detto. 

Il dibattito sull’industria automobilistica europea si trova in un momento cruciale, con la questione del divieto di vendita di auto a combustione interna previsto entro il 2035 che si avvicina rapidamente. Questa decisione, sostenuta da vari gruppi ambientalisti e politici, ha suscitato un’ampia opposizione, in particolare da parte del Partito Popolare Europeo (PPE), che si erge come uno dei principali oppositori di questa iniziativa. La posizione del PPE non è solo una semplice opposizione, ma rappresenta un appello a riconsiderare le attuali politiche green europee.

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Il PPE ha ribadito con fermezza la sua contrarietà al divieto, sottolineando la grave preoccupazione per il futuro dell’industria automobilistica, un pilastro dell’economia europea. Con oltre 13 milioni di posti di lavoro e 255 stabilimenti produttivi sparsi in tutta Europa, il settore automobilistico contribuisce in modo significativo al PIL europeo, stimato fino al 7%. La decisione di interrompere la vendita di veicoli a combustione interna è vista dal PPE come un potenziale colpo mortale a un’industria già in difficoltà, costretta a fronteggiare la crescente concorrenza globale, in particolare quella proveniente dalla Cina.

Un elemento chiave della posizione del PPE è l’idea di una “neutralità tecnologica”. Questo concetto implica che le politiche europee non dovrebbero imporre scelte tecnologiche specifiche, ma piuttosto promuovere un ambiente in cui l’innovazione possa prosperare. Secondo il PPE, l’adozione di misure restrittive, come il divieto sui motori a combustione interna, potrebbe soffocare l’innovazione ma soprattutto, danneggiare gravemente il settore automobilistico europeo. La neutralità tecnologica viene proposta come una via per stimolare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, che potrebbero includere non solo veicoli elettrici, ma anche soluzioni ibride e alternative sostenibili.

Rischiamo di restare dietro i cinesi

Oltre alle questioni economiche, il PPE esprime preoccupazione per la sovranità europea. La crescente dipendenza dall’industria automobilistica asiatica, in particolare quella cinese, non è solo una questione di competitività economica, ma anche di sicurezza e autonomia strategica. La paura è che l’Europa possa diventare vulnerabile, cedendo il controllo a potenze esterne su un settore cruciale. Questo tema della sovranità industriale è diventato sempre più centrale nel dibattito politico europeo, con richieste per una maggiore protezione delle industrie locali e per politiche che favoriscano l’innovazione interna.

La dura opposizione in Europa – www.AutoMotoriNews.it

In questo modo, il PPE sta cercando di mobilitare l’opinione pubblica e i suoi membri per sostenere una visione alternativa a quella della transizione verde. La retorica utilizzata dai leader del PPE si concentra su come le politiche attuali possano mettere a rischio posti di lavoro e stabilità economica, enfatizzando la necessità di un approccio più equilibrato e meno radicale.

L’industria automobilistica europea si trova, dunque, di fronte a una sfida epocale. Mentre l’Europa si dirige verso un futuro più green, il dibattito sul ruolo dei motori a combustione interna è emblematico delle tensioni tra la necessità di sostenibilità ambientale e la salvaguardia dell’economia e dell’occupazione. In questo contesto, il PPE si propone come una voce critica, pronta a combattere per la preservazione di un settore che è da sempre un simbolo di innovazione e progresso per il continente europeo.

Manfredi Falcetta

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