Il britannico punta il dito contro l’olandese, si accende il 2025 di Formula 1.
Il 2024 di Max Verstappen è stato particolare e complesso. L’olandese ha conquistato il titolo mondiale, il quarto della sua carriera, al termine di una stagione altalenante. Le 7 vittorie nei primi 10 Gran Premi, sono state seguite da dieci gare senza successi. Un periodo piuttosto lungo che è andato da giugno ad ottobre, e che ha messo Verstappen con le spalle al muro, seriamente a rischio di perdere il primato in classifica.
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A dargli battaglia c’è stato Lando Norris che, però, non è riuscito nell’impresa di recuperare i 63 punti di vantaggio accumulati dall’olandese. Nonostante le quattro vittorie e i nove podi, il britannico ha chiuso al secondo posto una stagione dal gusto dolce e amaro. Alla “sconfitta” nel mondiale piloti, si oppone la vittoria nel mondiale costruttori al termine di una battaglia con le Ferrari.
“È stato un anno difficile, ma credo di aver imparato molto da quei momenti. Quest’anno ho bisogno di più punti all’inizio, partire con il piede giusto sarà l’aspetto principale perché Max avrà una mentalità diversa se sarà 50 punti indietro”, ha commentato Norris nel corso dello shakedown fatto con la McLaren del 2025.
Norris-Verstappen, il britannico punta il dito: l’analisi
Ma a quali momenti si riferiva Lando Norris? Il britannico ha analizzato gli eposido in cui Verstappen ha dovuto difendere il primo posto, di fatto preferendo ostacolare la gara di Norris piuttosto che provare a vincere. Su tutte le gare di Austria e Messico.
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“Io voglio gareggiare contro Max ma non ho fatto un lavoro abbastanza buono. Tutto questo malgrado abbia avuto una macchina migliore per molte gare, cosa che ammetto senza problemi. Non ero semplicemente al suo livello, e me ne assumo la responsabilità, ma stiamo parlando di uno dei piloti più duri a difendersi che si possano incontrare. Lo abbiamo visto in Messico: si è sacrificato per il bene del risultato generale – ha proseguito Norris – Se questa è la mentalità di un pilota, è molto difficile recuperargli 50 o 60 punti nel campionato. Con il suo modo di guidare, con i rischi che si prende, ci sarebbero stati troppi scenari che avrebbero replicato l’Austria o il Messico, e questo avvantaggiava più lui che me“, ha concluso il britannico.