Comprare una bicicletta diventa sempre più difficile: l’ultima mazzata è stata davvero pesante per ciclisti e non. I dettagli della vicenda
Il settore delle biciclette ha subito un cambiamento radicale negli ultimi anni, con un boom senza precedenti durante la pandemia. La crescente domanda di biciclette e componenti è stata alimentata dalla necessità di spostamenti sostenibili e dall’interesse per l’attività all’aria aperta. Tuttavia, con la graduale normalizzazione delle condizioni socio-economiche, il mercato ha iniziato a mostrare segni di rallentamento. A partire dal 2024, le vendite di biciclette e dei loro componenti hanno registrato un calo significativo in diversi Paesi, creando un clima di incertezza per il 2025.
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Uno dei principali motivi di questo declino è l’elevata disponibilità di scorte nei negozi. Durante il picco della pandemia, molti rivenditori avevano accumulato una vasta gamma di biciclette e accessori, prevedendo una domanda continua. Con la ripresa delle attività quotidiane e l’allentamento delle restrizioni, molti consumatori hanno rinviato l’acquisto di nuove biciclette, portando a un eccesso di inventario.
Questo ha determinato una diminuzione dei ricavi per i produttori, costringendo i rivenditori a ridurre i prezzi per smaltire le rimanenze. Inoltre, le condizioni meteorologiche sfavorevoli, come un inverno rigido e piovoso, hanno limitato le opportunità di utilizzo delle biciclette, scoraggiando ulteriormente gli acquisti.
Prezzi bici alle stelle: comprarne una è un salasso
Un ulteriore fattore che ha influenzato il mercato è stato il richiamo di alcune guarniture difettose da parte di Shimano, un colosso giapponese della componentistica per biciclette. Nel 2024, l’azienda ha affrontato una crisi significativa, con un costo stimato di circa 13,3 miliardi di yen (circa 80 milioni di euro) per ispezionare e sostituire i componenti difettosi. Questo richiamo ha non solo gravato sulle finanze dell’azienda, ma ha anche ridotto la fiducia dei consumatori nel marchio, contribuendo a una diminuzione delle vendite. In un mercato già in contrazione, Shimano ha riportato un calo del 5,2% nelle vendite di componenti e un decremento del 17% nel reddito operativo.
Un altro ostacolo significativo per il settore è rappresentato dall’aumento dei costi delle materie prime. Le tensioni geopolitiche, in particolare quelle legate a conflitti regionali e alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, hanno portato a un incremento dei prezzi nel 2025. Questo fenomeno potrebbe comportare un aumento dei costi di produzione, riflettendosi inevitabilmente sui prezzi al pubblico. Nonostante le difficoltà, Shimano rimane ottimista, prevedendo una ripresa delle vendite nel 2025, sostenuta dall’interesse duraturo per il ciclismo. Tuttavia, questo ottimismo potrebbe tradursi in costi più elevati per i consumatori.
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Le nuove politiche commerciali degli Stati Uniti complicano ulteriormente la situazione. A partire dal 1° febbraio 2025, l’Amministrazione Trump ha introdotto dazi significativi su prodotti provenienti da paesi come Cina, Canada e Messico. Questi dazi del 10% su tutti i prodotti cinesi e del 25% su quelli importati da Canada e Messico aumentano notevolmente il costo delle biciclette e dei componenti in un mercato già sotto pressione. L’assenza di un processo di esclusione per le merci potrebbe ridurre ulteriormente la competitività dei prodotti sul mercato statunitense.
Le associazioni di settore negli Stati Uniti, come PeopleForBikes, stanno cercando di mitigare l’impatto di queste misure. Tra il 2018 e il 2024, l’associazione ha ottenuto esenzioni su alcuni prodotti, risparmiando al settore centinaia di milioni di dollari in dazi. Tuttavia, con l’attuale ondata di protezionismo, il futuro delle importazioni di biciclette negli Stati Uniti appare sempre più incerto. Insomma, una vera batosta per chi ha scelto una bici proprio per spendere meno rispetto al mantenimento di un’auto.