Il numero uno della McLaren si oppone alle ultime novità introdotte dalla FIA e lancia una sua proposta.
In Formula 1 continua a tenere banco la polemica attorno alla decisione portata avanti dalla FIA di adottare misure più severe e stringenti nei confronti del linguaggio utilizzato durante i team radio e non solo. Il board si è esposto chiaramente sul tema, sostenendo che non sia più accettabile, per il bene dello sport, che si usino determinati termini in mondovisione. “Se gli atleti usano ‘parolacce’, i bambini non vorranno seguire quello sport e i genitori consiglieranno loro di smettere di guardarlo, e questo va evitato”, ha affermato pochi giorni fa Ben Sulayem.
Ragione che ha portato la FIA ad inasprire le pene, introducendo nuove linee guida da seguire per quel che riguarda il linguaggio dei piloti. Multe, sospensioni e punti di penalizzazione saranno quindi all’ordine del giorno qualora i piloti non dovessero adeguarsi al nuovo regolamento che sarà in vigore già da questa stagione. E sul tema, è già chiaro che il paddock si ritrovi abbastanza diviso tra chi appoggia l’iniziativa e chi, al contrario, la ritiene esagerata.
Zak Brown si oppone: la sua proposta
Della seconda schiera fa sicuramente parte Zak Brown, attuale numero uno della McLaren. Anche il team principal della scuderia britannica, intervenuto nel corso del podcast James Allen on F1, si è espresso senza mezze misure sulla vicenda, prendendo una posizione in realtà molto condivisibile. Se da una parte, infatti, Brown ha concordato sulla necessità di moderare i termini, dall’altra ha evidenziato come sia necessario anche un minimo di buon senso.
![Zak Brown McLaren](https://www.automotorinews.it/wp-content/uploads/2025/02/Zak-Brown.jpg)
“Non c’è motivo di usare certe espressioni durante una conferenza stampa, quando tutto è tranquillo e non c’è particolare tensione. Penso che sia inappropriato e che dovremmo dare il buon esempio”, ha affermato il team principal della McLaren. Poi, però, ha aggiunto: “Quando un pilota è in macchina, nel pieno dell’azione, immagino che su un campo da calcio o da baseball accada la stessa cosa, solo che non lo sentiamo perché i giocatori non hanno un microfono sempre aperto”.
Servirebbe allora un minimo di comprensione, capire che non sempre il linguaggio e le emozioni seguono un filo razionale, e per Brown la soluzione è a portata di mano: “Abbiamo il potere di premere un pulsante per ritardare o eliminare il contenuto trasmesso. Possiamo controllare se qualcosa va in onda o meno con un semplice clic. Mostrare emozione, passione e intensità fa parte dello sport. Un po’ di spontaneità è accettabile, ma abbiamo la possibilità di gestire la situazione dalla regia. Penso che questa sia la soluzione più sensata”.