E se la sostanza di scarto del nostro organismo diventasse il carburante del futuro? Gli scienziati ci stanno provando davvero.
In futuro, i carburanti dovranno avere principalmente due caratteristiche: la capacità di funzionare con propulsori sempre più complessi ed un livello di emissioni di CO2 pari a zero o, comunque, bassissimo per rispettare la politica di zero tolleranza con l’inquinamento e Carbon Neutrality del mondo occidentale che l’UE mira a raggiungere entro il 2035.
Forse però ci sono strade alternative da percorrere, alcune vie che non sono state ancora battute con sufficiente impegno dalla scienza che pure è stata in grado di tirare fuori carburanti da elementi improbabili come gas ed acqua. Pensate se in futuro, l’ammoniaca potesse essere la benzina del vostro veicolo. Non si tratta di un’ipotesi così impossibile.
Intesa come una sostanza di scarto anche nel nostro corpo – è il prodotto finale del metabolismo proteico e si trova nell’urina di persone con malattie molto gravi – l’ammoniaca è una sostanza che alcune industrie danesi stanno riducendo ultimamente a produrre senza praticamente inquinare. Un sospiro di sollievo per chi ha pensato di usarla per alimentare i motori delle auto.
Mettete ammoniaca…nei vostri motori!
Era solo questione di tempo prima che qualcuno ci riuscisse ma finalmente, dall’Asia sembra essere arrivato il primo motore alimentato ad ammoniaca costruito per un’automobile; si tratta di un prodotto che teoricamente ha aggirato il problema della scarsa propensione a funzionare in un motore a scoppio di questa sostanza. A sviluppare questo motore, Hyundai e Kia in Corea del Sud con il supporto del KIMM coreano.
Il propulsore non è esattamente a zero emissioni. Tuttavia uno scarico che funziona in modo molto simile alle marmitte catalitiche che tante auto a benzina già montano permette di smaltire in modo poco inquinante gli ossidi di azoto prodotti dalla combustione dell’ammoniaca, rendendo quasi Green anche questo nuovo tipo di carburante. Il motore? Potete vedere una grafica del propulsore qui sopra.
Al momento la stretta politica europea includerebbe in teoria questi motori nello stop del 2035 ma non è detto che in futuro qualcosa non possa cambiare. A prescindere da cosa faremo noi in Europa poi, in Asia questo tipo di propulsore potrebbe proliferare. Trasportare ammoniaca come carburante è anche più semplice e con Toyota che lavora a motori ad idrogeno ormai da anni, il futuro dell’automobilismo orientale sembra ormai definito.