Tante candidature, ma pochi slot nel calendario: il numero uno della Formula 1 fa il punto sulle novità del calendario.
Il calendario della Formula 1 potrebbe regalare grandi novità nel corso dei prossimi anni. Sembra che d’improvviso si sia riaccesa la passione per i motori, e l’intero circus non può che essere fiero degli sforzi fatti nel corso di tutti questi anni. Ogni tappa del calendario genera sempre grande movimento e grande attenzione, un bene anche per l’economia delle città ospitanti. Altra ragione per cui, negli ultimi mesi, diverse nazioni si sono mosse per avanzare la propria candidatura per ospitare un nuovo gran premio.
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un ritorno in Africa, con Rwanda e Sudafrica che attendono novità. Nelle scorse settimane, poi, è spuntata fuori anche l’intenzione della Thailandia, a cui si sono aggiunte Corea del Sud e Turchia, e a cui si è ancora affiancata l’Argentina, in fervore per il debutto di Colapinto. Da un lato, è chiaro che tutto questo movimento attorno al motorsport faccia incredibilmente piacere, perché significa che l’interesse e l’attenzione stia sensibilmente aumentando. Dall’altro, però, le ristrettezze del calendario porteranno inevitabilmente la Federazione a dover dire diversi “no”. Il riassunto è che gli slot sono praticamente esauriti e non si saprebbe dove poter incastrare nuove tappe.
A far chiarezza sui possibili sviluppi del mondo della Formula 1 è intervenuto il Ceo e presidente Stefano Domenicali, protagonista di un’intervista per la rivista Autosprint: “Abbiamo preso l’impegno per cercare di trovare una soluzione in Africa, perché nel calendario del Mondiale F1 manca una tappa in quel continente. Oggi i contatti più avanzati sono col Rwanda ma il Sudafrica è tornato a farsi sentire. Al momento, diciamo che le discussioni più approfondite sono state fatte con il Rwanda anche se non parliamo di breve termine”.
Domenicali ha fatto il punto sugli obiettivi e le strategie attuali, tra nuovi ingressi e circuiti storici: “Da un lato vogliamo spingere i circuiti che hanno dei contratti a lungo termine affinché investano sulla qualità dei loro eventi. Dall’altro, ci sono tanti Paesi che vogliono entrare, ma bisogna trovare anche lo slot per inserirli. Avremo Madrid nel 2026, che avrà una continuità e non si alternerà con Barcellona, che però ovviamente vuole restare. Anche per loro stiamo cercando una soluzione”.
Soluzione che potrebbe essere rappresentata da una rotazione annuale, come accadrà con SPA e, probabilmente, anche con Imola. Tuttavia, non si tratta di una strada semplice da percorrere, anche perché le richieste aumentano: “Ci sono tanti incastri e definire il calendario è la cosa più complicata in assoluto. Ma sono tutte situazioni positive, non si tratta di problemi ma di opportunità. Abbiamo contatti con la Thailandia, con la Corea del Sud, con la Turchia e ora anche con l’Argentina, che è tornata a spingere dopo il debutto di Colapinto. Ma i GP sono 24, e tutti vogliono restare e investire”.
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