Una commovente scoperta sugli incidenti stradali che fa tremare ma anche riflettere. Ecco cosa succede di solito dopo un incidente.
Ormai sempre di più viviamo in un mondo in cui la cultura della morte e del disastro viene tristemente spettacolarizzata al punto che quando c’è un incidente d’auto, tutti vogliono conoscere con morboso interesse i dettagli e ciò che è accaduto. Quello che un essere umano ragionevole dovrebbe fare invece, oltre a cercare di prevenire ciò, sarebbe cercare di capire che dietro ciò che è accaduto c’è uno o più individui che hanno subito un destino orribile.
Chi non vive per niente con questo spirito “sensazionalistico” i migliaia di incidenti stradali che ancora insanguinano le nostre strade ogni anno sono i soccorritori che devono tentare il tutto per tutto per salvare la vita a queste persone dopo incidenti che purtroppo fin troppe volte si rivelano fatali e chissà che guardando le cose dal loro punto di vista non iniziamo davvero a porci degli interrogativi.
Ad esempio, una recente inchiesta della stampa americana ha provato a mostrare il lato umano più “tragico” dietro questi eventi che ormai ci hanno completamente desensibilizzato a causa della loro frequenza parlando direttamente con un paramedico che, purtroppo, ha visto morire più di una persona in strada. Questo è ciò che è emerso.
Il lato “nascosto” della morte
Sul sito Motor Biscuit è stata pubblicata l’intervista all’ex soccorritore stradale Benjamin Bender che per anni ha assistito le vittime di incidenti stradali negli States: “ho visto davvero molte persone perdere la vita”, racconta l’uomo ripensando agli anni passati in servizio. Originariamente, Bender aveva pubblicato su un social network la sua riflessione sulle ultime parole pronunciate più spesso dai guidatori morenti.
La cosa sconvolgente? Molte persone non hanno espresso paura di morire o rammarico per quanto accaduto nei loro attimi finali. Secondo Bender infatti la frase che ha sentito dire più volte dai guidatori in fin di vita è stata questa: “Avevo la precedenza”. Sembrerebbe un brutto scherzo se non fosse tutto vero e soprattutto, se questa frase non fosse stata pronunciata più volte di quante Bender ha sentito dire “Mamma” dalle vittime dell’incidente.
“Se queste due frasi fossero state invertite nella frequenza con cui le ho sentite, mi viene da chiedere se ci sarebbero così tanti incidenti mortali. Avevo la precedenza è qualcosa che dicono gli automobilisti infuriati. La cosa peggiore è che molte di quelle persone avevano davvero la precedenza”, ricorda Bender. Insomma, una riflessione inquietante su cosa porta davvero agli incidenti stradali, più spesso che no.