Un tempo era un asso della motocicletta. Oggi, combatte con alcuni problemi legali gravi: la parabola discendente di un grande atleta spagnolo.
Quello di Hector Barberá è un nome che spicca ancora oggi nel mondo del motociclismo: i suoi successi nelle categorie giovanili e la sua carriera professionale lo hanno portato a diventare un pilota di grande talento, rispettato e conosciuto da appassionati e addetti ai lavori. Vicecampione del mondo nelle classi 125 e 250, Barberá ha collezionato dieci vittorie e trentadue podi in un totale di 267 gare. Tuttavia, dietro la sua carriera brillante si cela – secondo le cronache almeno – una vita personale turbolenta, caratterizzata da problemi legali che hanno segnato la sua vita e la sua carriera. Recentemente, ad esempio, Barberá è tornato alla ribalta per un’indagine della magistratura che lo collegherebbe in teoria ad un caso di frode.
Nel 2023, Barberá ha fatto il suo ritorno nel campionato British Superbike con TAG Racing Honda, dopo un’esperienza di due anni in MotoAmerica. Nonostante il suo talento e la sua esperienza, i suoi problemi legali continuano a perseguitarlo. Secondo le notizie emerse, il pilota spagnolo è attualmente indagato per aver acquistato un furgone utilizzando documenti di pagamento falsi. L’inchiesta ha preso piede dopo che la polizia ha scoperto che una ricevuta di trasferimento di 13.500 euro presentata da Barberá non era autentica. Questo nuovo capitolo della sua vita segna un’ulteriore discesa in un percorso già segnato da controversie e difficoltà.
La storia di Barberá con la giustizia inizia nel 2013, quando è stato condannato a sei mesi di carcere per violenza domestica contro la sua allora compagna. Fortunatamente per lui, la pena è stata successivamente convertita in sospensione condizionale, ma questo episodio ha gettato un’ombra sulla sua reputazione. Nel 2014, il pilota si è trasferito in Andorra, dove ha ottenuto un permesso di soggiorno valido per cinque anni, che però non ha mai rinnovato. Nonostante ciò, sembra che Barberá abbia continuato a risiedere in Andorra, dove ha acquistato un furgone nel 2020, dando inizio a una serie di eventi che lo hanno portato nuovamente sotto i riflettori della giustizia.
Campione senza freni!
Nel 2018, Barberá è stato licenziato dal team Sito Pons mentre correva in Moto2, a causa di un incidente che lo ha visto sorpreso dalla polizia alla guida di un’auto con un tasso alcolemico superiore al consentito. Questo episodio ha ulteriormente deteriorato la sua immagine, portando a una crescente preoccupazione per il suo comportamento al di fuori delle piste. Anche nel 2019, i suoi problemi legali non si sono placati: mentre correva nel Mondiale Supersport con la Yamaha del team Toth, è stato accusato di aver rubato una Yamaha R6 dai box del team. Anche se il caso non è mai stato risolto, ha contribuito a creare un’aura di inquietudine attorno al pilota.
Questi eventi non solo hanno influenzato la carriera di Barberá, ma hanno anche posto interrogativi sul suo futuro nel motociclismo. Un talento così promettente, capace di competere ai massimi livelli, si trova ora a dover affrontare la dura realtà delle conseguenze delle proprie azioni. La comunità motociclistica, che una volta lo osannava, ora guarda con preoccupazione al suo destino, sperando che possa trovare la forza per rialzarsi e tornare sulla retta via.
La sua storia è emblemática di come il talento e il successo sportivo non siano sempre sinonimo di una vita personale equilibrata. Barberá, che ha saputo conquistare la ribalta nel mondo delle moto, si trova ora a dover affrontare le ombre del proprio passato e le sfide del presente. La sua vicenda potrebbe dunque suonare come un monito per molti giovani atleti: il successo professionale deve andare di pari passo con responsabilità e buone scelte personali. Altrimenti, sarà una parabola in perenne discesa.