Autovelox, ma funzionano davvero? Ecco come sapere che cosa ti trovi davanti e se rischi una multa.
Nel panorama automobilistico italiano, il dibattito sui tutor e gli autovelox ha sempre suscitato un notevole interesse e, talvolta, anche polemiche. Con l’approssimarsi delle vacanze estive e l’aumento del traffico sulle autostrade, è fondamentale per gli automobilisti essere a conoscenza dei dispositivi attivi per evitare sanzioni e multe. Da dicembre 2024, la rete autostradale italiana ha visto un aumento significativo del numero di tutor attivi, i quali sono strumenti essenziali per il monitoraggio della velocità media dei veicoli.
I tutor autostradali, noti anche come safety tutor, sono dispositivi automatici progettati per misurare la velocità media di un veicolo in un determinato tratto autostradale. Questa tecnologia si distingue dagli autovelox tradizionali, che misurano la velocità istantanea. Il sistema, sviluppato da Autostrade per l’Italia e gestito dalla Polizia Stradale, funziona attraverso il sistema SICVE (Sistema Informativo per il Controllo della Velocità), che ha subito aggiornamenti significativi negli ultimi anni. Il nuovo sistema SICVE-PM (Plate Matching), ad esempio, offre una scansione più dettagliata delle targhe dei veicoli, migliorando l’efficacia del rilevamento e la velocità nella trasmissione dei dati.
È importante ricordare che, secondo l’articolo 142 del Codice della Strada, la velocità massima consentita in autostrada è di 130 km/h. Questo limite può essere elevato a 150 km/h solo su tratti specifici a tre corsie per senso di marcia, previa segnalazione. Tuttavia, in caso di condizioni meteorologiche avverse, il limite scende a 110 km/h. Per i neopatentati, il limite è ulteriormente ridotto a 100 km/h nel primo triennio di guida. Le sanzioni per chi supera questi limiti possono variare notevolmente, da multe che vanno da 42 a 3.389 euro, accompagnate da decurtazioni di punti sulla patente.
Mappa dei tutor attivi
Aggiornata a dicembre 2024, la Polizia Stradale ha reso disponibile la lista dei tutor attivi sulla rete autostradale italiana. Attualmente, ci sono 176 tratte monitorate da questi dispositivi, coprendo una lunghezza totale di circa 1.670 km. Questo rappresenta un significativo aumento rispetto ai periodi precedenti, quando operavano circa 300 impianti su 2.500 km prima della sospensione nel 2018.
Tra le autostrade più monitorate ci sono:
- A1 Milano – Napoli: Questa autostrada è una delle più trafficate d’Italia e comprende numerosi tratti vigilati dai tutor, come Caserta Nord – Santa Maria Capua Vetere e Cassino – Pontecorvo.
- A4 Torino – Trieste: Qui, i tutor sono attivi in diverse aree, tra cui Villesse – Palmanova e San Giorgio di Nogaro – Latisana.
- A6 Torino – Savona: Monitorata sia in direzione nord che sud, con tratti come Pione – Ceva e Altare – Zinola Sud.
- A14 Bologna – Taranto: Questa autostrada presenta un lungo elenco di tratti attivi, in particolare tra Bari e Foggia.
- A30 Caserta – Salerno: Anche qui, i tutor sono distribuiti lungo i tratti principali, come Nocera Pagani – Castel San Giorgio.
I tutor funzionano attraverso la rilevazione della velocità media di un veicolo, calcolando il tempo impiegato per percorrere un determinato tratto. Gli automobilisti devono quindi prestare attenzione non solo ai limiti di velocità, ma anche alla presenza di questi dispositivi, che possono risultare attivi a sorpresa. La Polizia Stradale, responsabile della programmazione e del monitoraggio, ha la facoltà di definire le ore di accensione e i parametri di funzionamento dei tutor.
Per gli automobilisti che desiderano evitare sanzioni, è fondamentale rimanere aggiornati sui tratti autostradali monitorati. Esistono diverse applicazioni e servizi online che forniscono informazioni in tempo reale sulla posizione dei tutor e degli autovelox. Inoltre, è sempre consigliabile mantenere una velocità costante e rispettare i limiti di velocità, soprattutto in tratti conosciuti per la presenza di tali dispositivi