Ennesima batosta per Stellantis, problemi seri sulle auto: clienti infuriati

L’addio di Tavares non ha risolto i problemi di Stellantis: il Gruppo fa i conti con una situazione che crea enorme malcontento tra i clienti! 

Negli ultimi anni, Stellantis ha dovuto affrontare una serie di sfide significative legate all’affidabilità dei propri veicoli, in particolare per quanto riguarda i motori diesel 1.5 BlueHDi. Lanciato nel 2017, questo propulsore, ereditato dall’ex gruppo PSA, ha rapidamente accumulato un crescente numero di segnalazioni di guasti e problemi da parte dei clienti, generando un malcontento sempre più palpabile tra i proprietari di automobili.

Clienti infuriati con Stellantis
Dopo questo problema gi automobilisti stanno perdendo la calma! – www.AutoMotoriNews.it

Il motore 1.5 BlueHDi è stato introdotto come una soluzione innovativa per ridurre le emissioni rispetto al precedente 1.6 BlueHDi, ma le aspettative sono state disattese. I problemi principali riguardano la catena di distribuzione, che ha mostrato segni di usura prematura e, nei casi più gravi, ha portato a rotture catastrofiche del motore. Questa situazione ha portato alla creazione di un gruppo Facebook con oltre 6.000 membri, tutti proprietari di veicoli afflitti da queste problematiche.

Uno dei punti critici è rappresentato dalla catena che collega i due alberi a camme del motore. Questa catena, nei motori prodotti prima di febbraio 2023, tende ad allentarsi, causando un gioco che può portare a danni seri. Stellantis ha tentato di affrontare la questione apportando modifiche strutturali, aumentando lo spessore della catena da 7 a 8 millimetri e raccomandando l’uso di un nuovo tipo di olio motore. Tuttavia, il numero crescente di guasti continua a essere motivo di preoccupazione per la casa automobilistica e per i suoi clienti.

I clienti si sentono abbandonati 

La frustrazione dei clienti non si limita ai guasti meccanici. Molti di loro hanno segnalato che le risposte ricevute dalle concessionarie e dai centri assistenza sono state insoddisfacenti, spesso cercando di attribuire la responsabilità a errate manutenzioni o tagliandi non effettuati. Questo ha ulteriormente alimentato il malcontento, con molti utenti che si sentono abbandonati da un marchio che una volta reputavano affidabile.

In un contesto già difficile, Stellantis deve affrontare anche altre problematiche. Oltre ai problemi legati al 1.5 BlueHDi, l’azienda ha dovuto fare i conti con i reclami riguardanti il motore 1.2 PureTech e lo scandalo degli airbag Takata. Queste problematiche hanno messo a dura prova la reputazione di Stellantis, un gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA, che ora si trova a dover recuperare la fiducia di una clientela sempre più delusa.

Citroen problema con il motore
La Citroen C3 – in alcune versioni – è solo una delle tante auto oggetto del problema! (Stellantis) – www.AutoMotoriNews.it

Per cercare di risolvere la situazione, Stellantis ha avviato una campagna di monitoraggio del comportamento della catena del 1.5 BlueHDi. Questa iniziativa prevede la registrazione audio per valutare lo stato della catena e, in caso di chilometraggio elevato, la sostituzione del kit catena. Tuttavia, molti utenti si domandano se queste misure siano sufficienti a garantire la loro sicurezza e l’affidabilità dei veicoli nel lungo termine.

Azione legale, partirà una “class action”?

Il malcontento tra i clienti ha raggiunto livelli tali che è stata proposta l’idea di un’azione legale collettiva. I membri del gruppo Facebook hanno iniziato a discutere la possibilità di unire le forze per far valere i propri diritti e chiedere giustizia per i danni subiti. Questo clima di insoddisfazione è ulteriormente aggravato dalla percezione che Stellantis non stia facendo abbastanza per affrontare le problematiche in modo tempestivo ed efficace.

I clienti che si sono trovati a dover affrontare guasti meccanici e costi imprevisti di riparazione non possono fare a meno di chiedersi quale sia il futuro dei loro veicoli e se Stellantis sarà in grado di garantire un servizio clienti adeguato. La situazione è particolarmente delicata per i proprietari di veicoli con più di cinque anni o con chilometraggio elevato, che potrebbero non essere coperti dalle politiche di richiamo e assistenza promesse dall’azienda.

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