Acquistano un’automobile ma era rubata. Non dovrebbe accadere in un concessionario ufficiale, eppure…
Nel nostro paese, il fenomeno della ricettazione di automobili rubate è molto diffuso e, di conseguenza ovviamente, la legge prende molto sul serio il tentativo di vendere o comprare un’automobile di dubbia provenienza. Nel migliore dei casi, una persona che acquista una vettura “sospetta” rischia un’accusa per incauto acquisto, punito con una multa fino a 7.000 euro se il soggetto viene scoperto. Per il venditore si parla invece di ricettazione.
Acquistare una vettura in un autosalone o in un concessionario però dovrebbe essere un processo sicuro dal momento che le vetture che possiamo trovare in questi centri specializzati nella rivendita di vetture di ogni genere subiscono un severo controllo di documenti, provenienza e via dicendo. O perlomeno, questo è quello che speriamo dato che un recente caso di cronaca mette in “forse” tutto quanto!
Di recente una coppia di acquirenti, forse troppo fiduciosa nella buona fede del prossimo, si è ritrovata per le mani una vettura rubata appartenente al marchio coreano Kia, peccato che l’acquisto non sia stato effettuato presso un losco, privato cittadino: l’auto infatti proveniente da un centro vendite autorizzato, cosa che rende la vicenda ancora più incredibile.
La coppia è rimasta “fregata”, occhio all’acquisto!
La coppia di acquirenti, Amelia Green e Curtis Gouldin, residenti a Memphis nel Tennessee sarebbe stata fermata dalla polizia a bordo della nuova Kia Soul appena acquistata pochi giorni prima durante un viaggio notturno. Gli agenti hanno chiesto i documenti per un controllo di routine ma ciò che è emerso ha preoccupato non poco i poliziotti che hanno subito indagato più a fondo scoprendo qualcosa di shoccante, per i due.
Per la coppia, è iniziato un vero incubo: intanto sono stati subito arrestati e trattenuti dalla polizia per poi scoprire che il numero di telaio della vettura era stato parzialmente cancellato. L’auto era stata acquistata il 2 novembre per il costo di 2mila euro e non c’erano indicazioni che potesse provenire da un reato: “tutto è andato bene durante l’acquisto e non abbiamo sospettato nulla” affermano i protagonisti dell’increscioso episodio.
“Non avremmo mai pensato di finire ammanettati nell’auto di un poliziotto per nulla poi”, raccontano furiosi i proprietari della vettura “galeotta” che non hanno ancora ricevuto risposta dal concessionario. Hanno chiesto un rimborso che per il momento non è ancora arrivato, assieme a scuse e spiegazioni. Niente, al giorno d’oggi, non ci si può fidare di nessuno, nemmeno di un concessionario autorizzato.