La Smart è una microcar conosciutissima, ma anche la Fiat ha avuto la ‘sua’ Smart. Scopriamo la storia di cui in pochi sono a conoscenza.
La Fiat DownTown rappresenta un’interessante evoluzione nel panorama automobilistico urbano, unendo in sé il design innovativo e la praticità che hanno reso celebri modelli come la Smart e la Fiat Multipla. Lanciata come un prototipo futuristico, la DownTown si propone di ridefinire il concetto di auto cittadina, offrendo un’alternativa compatta ma spaziosa per chi vive e si muove in ambienti urbani congestionati.
Fiat DownTown: prima della Smart
L’idea alla base della Fiat DownTown è quella di coniugare le dimensioni ridotte tipiche delle city car con un abitacolo più flessibile e capiente, in grado di ospitare fino a tre passeggeri. Questo si traduce in un veicolo che, pur mantenendo un ingombro minimo, riesce a garantire un comfort superiore rispetto alle tradizionali microcar. La disposizione dei sedili ricorda quella della storica Fiat Multipla, con due posti anteriori e uno posteriore centrale, ottimizzando così lo spazio interno e migliorando l’esperienza di guida e di viaggio.
Esteticamente, la Fiat DownTown si distingue per le sue linee moderne e per un design che, pur rimanendo fedele alla tradizione Fiat, strizza l’occhio al futuro. Le superfici sono lisce e aerodinamiche, con dettagli che ne esaltano la modernità senza risultare troppo avanguardistici. La griglia frontale e i fari LED sono progettati per offrire un aspetto aggressivo e distintivo, mentre la compattezza del veicolo è accentuata da una lunghezza ridotta che lo rende perfetto per le strade affollate delle metropoli.
La verità sulla Fiat DownTown
In pochi sanno che fu proprio la Fiat a ideare, in un certo senso, la prima citycar moderna. Ci riferiamo proprio alla sopracitata DownTown. L’autovettura di cui vi stiamo parlando è stata disegnata da Chris Bangle, ed è lunga appena due metri e mezzo.
Venne svelata al Salone dell’Automobile di Torino, e quando questo avvenne sorprese davvero tutti quanti. Per quanto potesse sembrare strana all’epoca, aveva caratteristiche davvero molto funzionali all’utilizzo nei centri urbani.
Il particolare più interessante della DownTown era che riusciva a ovviare al problema dei soli due posti con una configurazione a tre sedili (qualcosa che ritroveremo più avanti con la Fiat Multipla). Altro dettaglio molto interessante era rintracciabile nella motorizzazione elettrica con tanto di autonomia di 300 chilometri; il che si poteva ottenere solo nel caso in cui si fosse dimezzata la velocità massima di 100 chilometri orari (procedendo quindi a 50). I motori, che erano due e montati posteriormente, avevano una potenza di circa venti cavalli.