Viti: quali requisiti devono avere quelle che si usano nell’automotive

Le viti sono tra gli elementi di fissaggio più diffusi e sfruttati. In un veicolo si stima che siano presenti alcune migliaia di elementi di fissaggio, tra questi una buona percentuale è rappresentata da viti, solitamente come componenti di un bullone. Tra le più utilizzate troviamo le viti a testa cilindrica con esagono incassato, perché sono quelle che offrono un fissaggio più facile e veloce; non per niente questo tipo di viti viene sfruttato anche per fissare i cerchioni della stragrande maggioranza delle automobili in commercio.

Le viti per l’automotive

Le viti utilizzate nell’automotive devono offrire due caratteristiche essenziali: rapidità di fissaggio e tenuta perfetta indipendentemente dalle sollecitazioni esterne. Le parti di un veicolo che vengono avvitate sono sottoposte costantemente a varie sollecitazioni: la prima riguarda il peso dell’oggetto che viene fissato, ma durante la marcia del veicolo tutti gli elementi di fissaggio sono soggetti a vibrazioni e a forze che agiscono in varie direzioni. Appare quindi essenziale che la vite di un bullone usata per fissare un elemento di un veicolo possa rimanere in posizione a lungo, senza mai allentarsi. In vari casi l’allentamento si verifica e va monitorato nel corso dei mesi di vita del veicolo. Tra gli elementi di fissaggio più usati nell’automotive ci sono, come accennato, le viti TCEI; questo perché tale tipologia di vite permette un fissaggio a scomparsa della testa, che rientra completamente nel materiale su cui è assicurata. Inoltre l’incasso esagonale permette di serrare con forza la vite, facendo presa con sicurezza con l’utensile prescelto.

I materiali

In linea generale le viti utilizzate nell’automotive sono in acciaio, zincato o lasciato grezzo. Questo materiale garantisce la giusta durata e resistenza alla corrosione e all’esposizione alle intemperie. Le specifiche di produzione di viti di questo tipo devono essere conformi alle normative vigenti, per evitare che il singolo elemento di fissaggio si spezzi o si deformi con l’utilizzo del mezzo. Quando si sceglie una vite che si deve utilizzare per fissare un elemento di un veicolo è necessario considerarne misure, dimensioni, materiali e non solo; è infatti importante verificare anche la classe di resistenza del materiale di cui è fatta ogni singola vite. Si tratta di un numero che esprime direttamente la resistenza di una vite alla rottura e alla deformazione; più il numero che indica la classe di resistenza è alto e maggiore sarà la robustezza della vite, e ovviamente anche del bullone in cui viene utilizzata. Il codice per la classe di resistenza è costituito da due cifre: la prima indica il carico di rottura, il secondo invece si riferisce al carico di snervamento.

Viti in plastica?

Nella maggior parte dei casi in cui nell’automotive si utilizza una vite, questa sarà in metallo, in genere acciaio inossidabile. È però vero che in specifiche applicazioni si sfruttano elementi di fissaggio in altri materiali, ad esempio in alluminio, in fibra di carbonio o in plastica. Questi materiali si sfruttano laddove siano necessarie caratteristiche diverse rispetto alla robustezza della vite. Ad esempio per fissare le carenature e le carrozzerie si utilizzano in molti casi elementi di fissaggio in plastica, perché l’elasticità offerta consente una maggiore tenuta nel corso del tempo. La fibra di carbonio e l’alluminio invece si sfruttano quando si ricerca la leggerezza come primo elemento.

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