Non una decisione gradita da Lewis Hamilton, che durante l’evento di presentazione della W14 ha voluto ribadire la sua posizione.
Si avvicina la data dell’inizio della nuova stagione di Formula 1. Tutto comincerà dal Bahrain, dove prima si svolgeranno i test, dal 23 al 25 settembre, e dopo il primo Gran Premio del Mondiale 2023.
Sarà importante partire bene ma ancor di più avere un rendimento costante e questo lo sa bene Lewis Hamilton, grande deluso della scorsa stagione che non è riuscito ad andare oltre la sesta posizione in classifica, complice una monoposto, la W13, che si è rivelata ben al di sotto delle aspettative.
Una situazione difficile, quella dell’anno scorso, dal quale però si era intravista l’uscita nella parte finale della stagione. Dunque, la speranza è che si possa ripartire da lì e da quella vittoria di Russell a Interlagos. Se lo augura il team e se lo augura anche lo stesso Hamilton che, però, dovrà fare i conti anche con altre vicende extra sportive.
A dicembre scorso, la Federazione aveva aggiornato il suo codice sportivo vietando di parlare di temi religiosi e politici se non previo consenso della stessa FIA. Questo, specifica il nuovo articolo 12.2.1 del codice, in nome del “principio generale di neutralità della FIA nel quadro dei suoi statuti“.
Una novità, questa, che non è stata affatto gradita da Hamilton – e in precedenza anche da Vettel nonostante il ritiro -, da sempre portatore di battaglie contro le ingiustizie sociali, che ha quindi ribadito la sua posizione.
Il britannico ne aveva parlato già in passato e lo ha fatto di nuovo, confermando il suo punto di vista in un intervento durante l’evento di presentazione della nuova W14. “Nulla mi impedirà di parlare delle cose che mi appassionano e dei problemi che ci sono – le sue parole –. Sento che lo sport ha una responsabilità: parlare sempre di argomenti importanti per sensibilizzare, soprattutto quando si viaggia in tutti questi luoghi diversi“.
Sulla vicenda divieto, si era espresso anche il CEO della F1, Stefano Domenicali, in un’intervista al Guardian. “La Formula 1 non metterà mai il bavaglio a qualcuno. Parliamo di 20 piloti, 10 team e tanti sponsor che hanno idee e punti di vista diversi – ha detto –. Non posso dire chi ha ragione e chi torto, ma è giusto dare loro una piattaforma per discutere le rispettive opinioni“.
Supporto, quello di Domenicali, ben accolto anche dallo stesso Hamilton: “Il sostegno di Stefano è stato straordinario. Penso che tutti i piloti siano molto allineati sulla libertà di parola“.
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