Charles Leclerc è tornato a parlare del dramma vissuto quando era un pilota di Formula 2 nella sua biografia Le Prodige.
Un ragazzo cresciuto a “pane e velocità” e che nel 2023 può coronare il suo sogno di diventare campione iridato di Formula 1 con la Ferrari. Dopo averci provato l’anno scorso, quest’anno Charles Leclerc ha la possibilità di rendere felice e orgoglioso i milioni di tifosi della Rossa di tutto il mondo, grazie al suo indiscusso talento e ad una macchina che, secondo le prime informazioni, sembra molto competitiva.
Tutto però dipenderà dal lavoro svolto dagli altri team e, quindi, bisognerà ancora aspettare prima di poter dare i primi giudizi. Ciò che è certo è che il monegasco e la scuderia del Cavallino, che nel frattempo ha cambiato team principal con Fred Vasseur subentrato a Mattia Binotto, vogliono riuscire a riportare il titolo a Maranello dopo troppi anni di astinenza.
Le ambizioni non mancano a Maranello e, dopo il secondo posto in classifica piloti, Charles, in questa stagione, è ancora più carico. Un percorso fatto di gioie e dolori che oggi lo ha portato ad essere uno dei piloti più talentuosi della griglia in grado di poter lottare per la sua prima corona iridata.
Il dramma di Charles Leclerc
Leclerc ha da poco esordito con la sua biografia Le Prodige. Un racconto introspettivo della sua vita privata e professionale costellata da tante vittorie ma anche da tanti momenti dolorosi. Come la morte del padre Hervé, scomparso ad appena 54 anni a causa di una malattia. La data era il 20 giugno 2017, il giorno prima di una sua gara in Formula 2 a cui non solo non ha rinunciato a correre, ma che ha anche vinto. “Mio padre era il mio tifoso numero uno – le sue parole –. Ci teneva che fossi forte in ogni gara. Ero sicuro che avrebbe voluto che fossi lì e vincessi per lui, anche se è stato il modo peggiore per prepararsi ad un Gran Premio“.
In quella stessa stagione diventò campione della categoria cadetta e l’anno dopo esordì in Formula 1 con l’Alfa Romeo e nel 2019 il ritorno a Maranello nel ruolo di pilota ufficiale della Ferrari. Un sogno realizzato per lui, per il padre e anche per l’amico fraterno Jules Bianchi, scomparso drammaticamente in un incidente nel GP di Suzuka del 2015.
“Dopo la morte di Jules, la scomparsa di mio padre che mi aveva sempre seguito è stato un secondo shock. È stata dura – ammette –, non c’è nulla che può prepararti al momento in cui perdi tuo padre“. Ciò, però, lo ha inevitabilmente portato a crescere. “Sono diventato più maturo perché la sua perdita mi ha fatto diventare più responsabile, crescendo come uomo. Mentalmente sono diventato più forte che mai. Perdere il padre così presto nella vita è qualcosa che ti cambia per sempre” ha detto Leclerc.