Bottas ha raccontato alcuni problemi che lo hanno condizionato in passato: è andato anche dallo psicologo per risolverli.
Passare da un team che ha vinto otto titoli costruttori consecutivi a uno che lotta solo per entrare in zona punti non è semplice. Ma Valtteri Bottas si è calato nella nuova realtà con grandi motivazioni e anche con maggiore leggerezza, le aspettative sono completamente cambiate.
Ai tempi della Mercedes c’era tanta pressione e avere a fianco un campione come Lewis Hamilton non era semplice. Essere battuto ripetutamente e sentirsi dire di non essere all’altezza da parte di tanti media è qualcosa di non semplice da gestire. Lui ha dato il massimo fino all’ultimo per contribuire ai successi del team, non riuscendo mai ad essere un vero contendente per il mondiale di F1.
Il trasferimento in Alfa Romeo Sauber gli ha permesso di correre con maggiore tranquillità, anche se con ambizioni molto diverse. Nessuno si aspetta che lui possa lottare per il podio, già entrare in zona punti viene considerato un grande risultato. Dopo tanti anni di stress, il pilota finlandese ha trovato più serenità.
Bottas in un’intervista concessa al programma Yokylassa Maria Veitola ha raccontato un periodo complicato vissuto già prima di approdare in Mercedes, quando era in Williams: “Mi allenavo al dolore, fisico e mentale. La situazione mi è sfuggita di mano ed è diventata una dipendenza. Ufficialmente non mi hanno diagnosticato un disturbo alimentare, ma c’era sicuramente. Se il team mi diceva di pesare 68 chili e io ne pesavo 73, facevo di tutto perché volevo essere il migliore“.
L’ossessione di dover essere un top driver della Formula 1 lo ha portato a fare degli errori e ha dovuto chiedere aiuto per risolvere determinati problemi: “Ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo. La sua prima valutazione su di me è che fossi un robot senza sentimenti, perché pensavo solo a raggiungere il mio obiettivo. Mi ha spaventato, ma è vero che in quel periodo non avevo vita al di fuori della F1“.
Risolti i vecchi problemi, comunque ne sono sorti altri in seguito. Ad esempio, l’ultimo anno in Mercedes non è stato una passeggiata: “Il mio futuro era in bilico, fu molto difficile. Non sapevo per quale team avrei corso. Era il momento in cui chiedere un aiuto esterno, un professionista può aprirti gli occhi“.
Come detto in precedenza, convivere con Hamilton non è stato facile per un pilota che sognava di essere campione in Formula 1: “Solo nell’ultimo anno ho accettato che Lewis fosse un pilota migliore. Mi sono sempre chiesto come avrei potuto batterlo e vincere il mondiale. Sono stati cinque anni piuttosto estenuanti. Volevo vincere e quando non è successo è stato difficile da accettare“.
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