Marc Marquez ha dominato la classe MotoGP dall’esordio fino all’infortunio, causando non pochi problemi ai team rivali.
Tra i personaggio chiave all’interno del box Ducati, e che ha contribuito alla vittoria della tripla corona nel campionato del mondo di MotoGP 2022, c’è sicuramente il team manager Davide Tardozzi. Sicuramente è l’uomo più passionale della squadra, il primo ad esaltarsi nei momenti di gioia, il primo a preoccuparsi nei momenti più difficili.
Ex pilota, una vita da manager al servizio di Ducati salvo una breve parentesi in Bmw, prima di ritornare verso la Casa di Borgo Panigale nel team factory. Ha sfiorato per tre volte il titolo mondiale negli anni passati nell’era di Andrea Dovizioso, ha centrato il sogno con Pecco Bagnaia. A lui il compito non sempre facile di parlare con i piloti, regolare le loro emozioni, non si tira indietro quando bisogna richiamarli all’attenzione.
Nella sua zona di competenza ha carta bianca: “La cosa buona di Ducati Corse è che Dall’Igna, che come Direttore Generale è il capo di tutti, lascia campo libere a me e Paolo Ciabatti quando si tratta delle nostre aree. Gigi è molto concentrato su ciò che sa fare meglio: la gestione tecnica e il farci lavorare nelle nostre aree“, racconta Davide Tardozzi a Manuel Pecino, in una intervista rilasciata a Speedweek.com. Insieme a Ciabatti e Dall’Igna formano il giusto “triumvirato” vincente all’interno del box.
Alla fine il duro e costante lavoro ha premiato, anche se ci sono voluti quindici anni prima di rimettere le mani sullo scettro iridato, agguantato dopo la gara di Valencia. “È molto difficile vincere il titolo MotoGP perché il campionato è davvero molto competitivo, sia in termini di piloti che di costruttori. Abbiamo atteso un po’ troppo a lungo, alcuni anni fa abbiamo avuto la possibilità di vincere il titolo“, ha ricordato il team manager di Ducati Corse. Ma per vari motivi l’obiettivo è stato impossibile da raggiungere.
A volte non basta eseguire un lavoro impeccabile, ma c’è da fare i conti con una concorrenza sempre agguerrita e piloti che sfoggiano il loro talento riuscendo persino a tappare le falle tecniche. Come nel caso di Marc Marquez che ha dominato dal suo esordio in classe regina fino al terribile infortunio di Jerez nel luglio del 2020. “In un certo senso, era un muro. Perché Marquez è uno di quei pochi piloti che lasciano il segno… Ecco perché per noi era un problema in più“.
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