Lewis Hamilton fa una’amara confessione sul suo passato e rivela le sue difficoltà di quando era bambino. Le sue parole sono sconcertanti
Il pilota della Mercedes Lewis Hamilton non hai nascosto la sua sensibilità per i temi sociali più importanti, come il razzismo. Più volte ha fatto capire di esserne stato vittima, e per questo si espone sempre in prima persona e con coraggio.
Una lotta che il sette volte campione del mondo sta portando avanti con coraggio da sempre, sfruttando la sua grande popolarità e la presa che hai nei confronti dei giovani. Ma forse in pochi pensavano che il campione fosse stato vittima di vere e proprie violenze psicologiche. Si tratta di una confessione che fa lui stesso: “A scuola gli altri ragazzi mi prendevano in giro, e gli insegnanti mi dicevano che non sarei mai diventato nessuno”. Il riferimento è episodi di bullismo, subiti a causa del colore della sua pelle.
Un argomento che il pilota inglese aveva già affrontto più volte, nell’ambito della lotta al razzismo che porta avanti con coraggio, anche a costo di prendere posizioni scomode nei confronti della federazione di Formula 1. Stavolta, l’occasione è stata il podcast “On Purpose”, dove il pilota ha raccontato alcuni dettagli della sua infanzia: “Ero già vittima del bullismo quando avevo 6 anni – ha detto – all’epoca quando andavo a scuola ero uno dei pochi bambini di colore. I ragazzi più grandi di me, erano forti e prepotenti. Mi prendevano in giro per la maggior tempo”.
Umiliazioni vere e proprie, difficili da sopportare. Vessazioni psicologiche che arrivavano anche dagli insegnanti. “Frequentavo i corsi di storia, e lì ci insegnavano che nella storia non erano presenti personaggi di colore. Io mi chiedevo dove fossero le persone che somigliavano a me”. Gli insegnanti mi dicevano: “Non sarai mai nessuno”. E io andavo dietro il cortile e in lacrime mi ripetevo che non sarei mai stato nessuno”.
Hamilton resta il pilota più vincente della storia della Formula 1, superando anche un mito come Michael Schumacher. E’ arrivato da un quartiere dormitorio di Londra, come Stevenage. “Il sistema era contro di me, e io ho sempre nuotato controcorrente. Però sono grato al mio passato – ha spiegato Hamilton nel suo podcast – perché è quello che mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. Prima non riuscivo a parlarne a casa con i miei genitori, perché non volevo che mio padre potesse pensare che non fossi una persona forte”.
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