Confermato lo sciopero dei benzinai, previsto per il 24, 25 e il 26 gennaio. Quali sono i disagi in arrivo per gli automobilisti italiani
Niente da fare: non è stato possibile scongiurare lo sciopero dei benzinai, che rimane confermato dal 24 al 26 gennaio in tutta Italia. C’era la speranza che la protesta poteva essere annullata, ma le trattative non sono andate a buon fine.
Le pompe, comprese le modalità self service e le autostrade, si fermeranno per 48 ore (in origine lo stop era di 60 ore). L’agitazione comincerà alle 19 del 24 gennaio fino e alle 19 del 26. Una batosta per gli automobilisti, anche se alcuni servizi essenziali rimarranno aperti. Potrebbero rimanere in funzione le pompe gestite direttamente dalle compagnie, ma ad oggi non sono stati ancora forniti dettagli precisi. I benzinai mantengono il punto, e non vogliono essere accusati di essere i colpevoli dei rialzi dei prezzi. Eppure nei giorni scorsi si era aperta una prospettiva per annullare lo sciopero, invece la protesta è confermata.
Sciopero benzinai, niente buone notizie: l’aggiornamento è definitivo
Nel mirino l’obbligo imposto dal Governo di esporre, oltre ai prezzi del carburante, i costi “ufficiali” medi della benzina, del gasolio e degli altri carburanti. L’intento è quello di informare gli automobilisti in tempo reale e inibire ogni possibile speculazione. Chiaramente il fine di questa norma è di tenere i costi reali il più possibile vicini a quelli “ufficiali” che derivano dai prezzi indicati dai produttori e raccolti dal ministero con il consueto “osservatorio”. L’obiettivo del Governo è anche quello di ridurre il più possibile le differenze di costi da pompa e pompa, anche nell’ambito degli impianti di marca.
Tuttavia, l’indicazione di esporre i prezzi non piace ai benzinai, che si sentono messi alla berlina. In ogni caso i gestori hanno dato una generica disponibilità a riaprire la trattativa e rivedere le loro posizioni sullo sciopero del 24, 25 e 26 gennaio. E’ stato fatto un appello a Giorgia Meloni per evitare disagi negli utenti, ma è improbabile che il Governo, a sua volta nel mirino per la gestione del taglio delle accise, faccia un passo indietro.