Per il nuovo capo della Ferrari Vasseur c’è subito in tabù da infrangere e un precedente che lo preoccupa parecchio: cosa è successo in passato quando la casa di Maranello ha cambiato manager
I tempi della Ferrari vincente sono ormai lontani. L’era d’oro di Michael Schumacher è solo un ricordo, e da allora di trionfi ne sono arrivati pochi. Soprattutto per quanto riguarda il titolo costruttori, la Rossa ha faticato parecchio.
L’ultimo è stato conquistato da Stefano Domenicali, che oggi è il capo della federazione. Dopo l’addio a Binotto si intraprende una nuova strada, con l’ex Alfa Romeo Vasseur al comando. La speranza che sia lui “l’uomo forte” che può guidare la scuderia di Maranello verso nuovi trionfi appartiene a tutti i tifosi del Cavallino. Il sogno è che Vasseur possa ripercorrere le orme di Jean Todt, forse il manager più famoso visto in Ferrari. Arrivò in una situazione molto complicata: un po’ come oggi.
La Rossa finì quarta nel precedente mondiale costruttori, e non vinceva un campionato piloti da 15 anni. Non si vedeva neanche un primo posto sul podio, visto che mancava da ben 41 gp: praticamente quattro anni. Nel 1993 Todt non fece promesse: “Abbiamo bisogno di ritrovare serenità”. Poi però anche qualche rassicurazione: “I risultati arriveranno, certe preoccupazioni andranno via”. E così alla 17esima corsa arrivò la prima vittoria, con Berger. Proprio quella fu la scia più lunga senza vittorie: ben 59.
Todt voleva stabilità e fu questa la ricetta vincente: anche se ci è voluto molto tempo, perché il primo titolo costruttori arrivò dopo 6 anni, e uno in più per il Mondiale piloti con Michael Schumacher. Dopo il suo addio trionfale (nel frattempo 13 campionati vinti considerando entrambe le categorie) arrivò Stefano Domenicali. Raccolse una Ferrari fortissima e riuscì subito a vincere con Raikkonen. Poi lentamente tornarono i tempi difficili, soprattutto per i manager che sono seguiti. Domenicali si dimise e al suo posto arrivò una figura ibrida come Marco Mattiacci, che solitamente si occupava di affari commerciali.
Esperienza breve e tutto sommato passata quasi inosservata, mentre ci furono maggiori aspettative per Maurizio Arrivabene, anche se pure lui non era un tecnico. Conquistò un podio al suo primo Gp e vinse quello successivo, ma poi le belle notizie finirono lì. Al suo posto arrivò Mattia Binotto, indicato direttamente dal compianto Sergio Marchionne poche settimane prima della sua morte. Anche in questo caso grande fatica, di fatto fino al giorno del suo ultimo Gran Premio dietro al muretto. Ora tocca a Vasseur, che già sa che dovrà rimboccarsi le maniche.
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