Marc Marquez ha vinto otto titoli mondiali, vincendo subito all’esordio in classe regina. Un campione del passato ne esalta le sue doti particolari.
Dani Pedrosa ha condiviso la sua intera carriera con il marchio Honda, vincendo tre titoli mondiali nelle classi inferiori e sfiorando più volte il titolo MotoGP, con ben 54 vittorie all’attivo. Dal 2013 al 2018 (ultimo anno da pilota del Motomondiale) ha condiviso il box Repsol Honda con Marc Marquez, può ritenersi il suo compagno di squadra più longevo con sei nello stesso garage.
Non facile lavorare al fianco del pluricampione di Cervera, capace di vincere subito in classe regina da rookie. Si è affermato con il tutto il suo talento in sella alla RC213V, aggiustando la moto di anno in anno secondo le sue necessità, fino a diventare l’unico pilota in grado di fare la differenza in casa HRC. Non è certo un caso che dopo l’infortunio a Jerez de la Frontera nel 2020 la Casa dell’Ala dorata abbia perso la bussola e collezionato tre stagioni molto difficili.
In un intervento nella docu-serie di DAZN ‘Curato Tiempos’, il 37enne Dani Pedrosa ha ricordato alcuni episodi della sua carriera e stilato l’elenco dei fuoriclasse con cui ha condiviso gli stessi colori e livrea: Nicky Hayden, Andrea Dovizioso, Casey Stoner, fino a Marc Marquez. Ma quest’ultimo ha fatto particolarmente colpo sulla sua attenzione: “Marc è un pilota impressionante. In pista faceva cose che non potevo fare. Se fossi caduto come lui, sarei andato in ospedale con le ossa rotte“.
Quando la Honda RC-V funzionava alla perfezione su determinati circuiti, Dani Pedrosa riusciva a sfoggiare il suo talento. Ma in condizioni difficili, in mancanza di grip o altro, solo Marc Marquez sapeva fare la differenza. “In certi momenti la moto andava molto bene ed ero veloce, ma quando non andava bene facevo fatica. Invece Marc aveva la capacità di vincere anche con una moto non perfetta“, ha aggiunto il pilota di Sabadell che oggi veste i panni del collaudatore Honda.
A rendere Marc Marquez un atleta senza paragoni è stata anche la sua capacità di adattarsi al cambiamento gomme. “Quando siamo passati da Bridgestone a Michelin abbiamo avuto dei problemi, specialmente io, ma è riuscito ad adattarsi alle gomme e a vincere il Mondiale“. Adesso l’otto volte campione del mondo dovrà dimostrare di sapersi adattare anche alle nuove condizioni fisiche, con un braccio destro operato quattro volte nell’arco di due anni.
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