Verstappen è tornato a parlare del suo futuro in Formula 1 e ha anche fatto un appunto a suo padre Jos.
La permanenza di Max Verstappen in F1 durerà almeno fino al 2028, quando scadrà il suo contratto con la Red Bull. E poi? Troppo presto per sbilanciarsi, però l’olandese ha già chiarito di non voler avere una lunga carriera come quella di Fernando Alonso.
Ha ancora grandi motivazioni e fame di successi, ma non si immagina troppo a lungo in Formula 1. Nel 2028 avrà 31 anni e potrebbe correre qualche stagione ulteriore, però non tante. Sarà interessante vedere se continuerà il legame con Red Bull o se avrà voglia di provare un marchio diverso.
I suoi rapporti con la scuderia di Milton Keynes sono eccezionali, ma al tempo stesso sarebbe normale se volesse sperimentare qualcosa di differente in futuro. C’è già qualche tifosi della Ferrari che sogna di vederlo con addosso la tuta rossa. Chiaramente il figlio d’arte valuterà la condizione tecnica migliore per lui.
Verstappen, il futuro in F1 e papà Jos
Il fatto che il calendario della F1 sia sempre più ricco di gran premi è un fattore che non piace a Verstappen: “È il motivo principale – ha detto a De Limburger – per cui non continuerò a correre fino a quando avrò 40 anni. Viaggiare molto e cose simili non sono salutari. Per adesso mi piacciono, ma costano delle rinunce. Guidare in Formula 1 è un sogno, ma quando sei molto lontano da casa e da chi ami arriva il momento in cui dici basta“.
Il pilota della Red Bull ribadisce il suo desiderio di dare il massimo nei prossimi e non sa dire con esattezza cosa farà quando scadrà il contratto: “Continuerò a lavorare sodo fino ad allora, poi se per gli stessi soldi mi divertirò ancora continuerò a farlo per un altro anno o due, altrimenti farò altro“.
Max non esclude di poter correre anche nel 2029 e nel 2030, però manca troppo tempo ed è impossibile esporsi oggi. Interpellato sulla possibilità di avere dei figli con la compagna Kelly Piquet e che possano voler fare i piloti, ha così risposto: “Li voglio e se desidereranno correre non ci saranno problemi. Però gli darò un’educazione differente da quella che ho ricevuto io, visto che i miei genitori mi hanno spinto a correre. Io li lascerò liberi di decidere“.
A proposito del padre Jos, ha ammesso che è un po’ preoccupato a volte quando fa gare di rally: “Gli dico di stare attento, ma lui vuole sempre fare del suo meglio e ciò comporta dei rischi. Gli dico che non è necessario, che non deve vincere e che si può divertire anche prendendosi l’1% in meno dei rischi. Sono felice e sollevato quando finisce le gare“.
