Bradl ha espresso il suo punto di vista sulla situazione in Honda, alla luce delle richieste manifestate da Marquez per il futuro.
La Honda è dipendente da Marc Marquez e in questi anni lo si è visto in modo chiaro. Senza di lui in pista, praticamente non arrivano risultati in MotoGP. Nessun altro pilota è stato in grado di sopperire alle sue assenze.
Il valore dell’otto volte campione del mondo lo conosciamo tutti ormai. È un fenomeno e va messo nella giusta condizione per poter vincere. Fisicamente è in continua crescita, dopo l’ultima operazione all’omero destro, e nel 2023 gli servirà una moto all’altezza.
La RC213V provata nel test di Valencia lo ha deluso e lo ha detto pubblicamente. In HRC sono stati chiamati a reagire per lavorare meglio in vista della prossima stagione. Sanno di non poterlo deludere di nuovo, anche perché la scadenza del contratto (2024) non è lontanissima e il pilota ha bisogno di risposte concrete per firmare un eventuale rinnovo.
Il primo test MotoGP del 2023 sarà a Sepang dal 10 al 12 febbraio, ma sarà preceduto da uno shakedown che vedrà protagonisti i collaudatori dei vari team. Per la Honda sarà Stefan Bradl a girare in Malesia.
Intervistato da Speedweek, il pilota tedesco è stato interpellato sulle preoccupazioni esposte da Marquez dopo l’ultimo test a Valencia: “Compirà 30 anni e sa di avere ancora due-tre anni buoni davanti a sé. Desidera una moto vincente. Ha subito quattro operazioni al braccio destro e sa di non poter rischiare come una volta. Bisogna ridurre i rischi e poter fare più affidamento sulla moto“.
Serve una moto più competitiva e anche più facile da guidare. I piloti Honda sono caduti tante volte in questi anni. Per arrivare al limite con la RC213V è necessario prendersi dei rischi, anche troppi. Marc non può più permettersi di guidare come faceva in passato, ha bisogno di un mezzo con il quale trovare più velocemente il feeling senza rischiare eccessivamente.
Bradl è da anni il tester Honda MotoGP e ha chiaro il quadro della situazione. A suo avviso, la casa di Tokio dovrebbe prendere più spunto da Ducati: “La Ducati ha mostrato coraggio introducendo spesso novità all’aerodinamica e ai dispositivi. Honda non è mai stata in prima linea con tali sperimentazioni, penso che le manchi un po’ di coraggio di sperimentare“.
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