Marquez ha grande voglia di tornare protagonista della MotoGP: ha vissuto un calvario che lo ha piegato, ma non spezzato.
Se sta bene fisicamente e se la Honda gli dà una buona moto, Marc Marquez è assolutamente in grado di vincere. Lo abbiamo visto fare bene in condizioni fisiche e tecniche non perfette, quindi migliorando questi aspetti può tornare a livelli top.
Non ha vissuto stagioni semplici, tra i problemi al braccio destro e quelli alla vista. La frattura dell’omero destro a Jerez nel 2020 gli ha lasciato conseguenze che lo hanno costretto a fare una quarta operazione quest’anno. Intervenire era fondamentale affinchè l’arto tornasse a funzionare al meglio, visto che il pilota non riusciva a guidare come voleva prima.
Per quanto concerne la diplopia, la cosa importante è evitare brutte cadute e questa è una cosa che può controllare meno. Correre in moto comporta dei rischi e le cadute fanno parte del gioco quando sei alla ricerca del limite. L’otto volte campione del mondo sa a cosa va incontro. La Honda può aiutarlo realizzando una RC213V che sia più facile da guidare.
Intervistato dal sito ufficiale della MotoGP, Marquez ha così parlato del suo braccio destro: “Non so quale sia il 100% del braccio, sicuramente non sarà come il sinistro. Dopo quattro operazioni, è normale che sia così. In inverno cercherò di capire quale sia il suo massimo“.
Ci sono un po’ di incognite, ma i miglioramenti sono progressivi dopo l’ultimo intervento chirurgico: “Sono riprendendo ad avere una vita normale. Ho ricominciato ad andare in motocross e a giocare a padel, ma ho dei limiti. Ogni settimana mi sento meglio e questo importante, però verrà il momento in cui la progressione terminerà e capirò il limite del braccio“.
A febbraio su Prime Video uscirà All In, un documentario che racconterà questi anni non semplici di Marquez. Avrà moto di farsi conoscere meglio: “Le persone mi descrivono in tanti modi. Io utilizzo la parola putilla, che significa piccolo bastardo. Una persona che cerca sempre di trovare il limite e di giocarci. Sono così, mi piace giocare con il limite. Nel documentario a volte mi si vede piangere, è un’altra parte di me“.
L’otto volte iridato ha deciso di mostrare più lati di sé, non sono quello del grande campione. Sarà interessante vedere il prodotto realizzato, ma bisogna attendere.
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