Marquez ha grande voglia di tornare protagonista della MotoGP: ha vissuto un calvario che lo ha piegato, ma non spezzato.
Se sta bene fisicamente e se la Honda gli dà una buona moto, Marc Marquez è assolutamente in grado di vincere. Lo abbiamo visto fare bene in condizioni fisiche e tecniche non perfette, quindi migliorando questi aspetti può tornare a livelli top.
Non ha vissuto stagioni semplici, tra i problemi al braccio destro e quelli alla vista. La frattura dell’omero destro a Jerez nel 2020 gli ha lasciato conseguenze che lo hanno costretto a fare una quarta operazione quest’anno. Intervenire era fondamentale affinchè l’arto tornasse a funzionare al meglio, visto che il pilota non riusciva a guidare come voleva prima.
Per quanto concerne la diplopia, la cosa importante è evitare brutte cadute e questa è una cosa che può controllare meno. Correre in moto comporta dei rischi e le cadute fanno parte del gioco quando sei alla ricerca del limite. L’otto volte campione del mondo sa a cosa va incontro. La Honda può aiutarlo realizzando una RC213V che sia più facile da guidare.
Marc Marquez carico per il 2023
Intervistato dal sito ufficiale della MotoGP, Marquez ha così parlato del suo braccio destro: “Non so quale sia il 100% del braccio, sicuramente non sarà come il sinistro. Dopo quattro operazioni, è normale che sia così. In inverno cercherò di capire quale sia il suo massimo“.
Ci sono un po’ di incognite, ma i miglioramenti sono progressivi dopo l’ultimo intervento chirurgico: “Sono riprendendo ad avere una vita normale. Ho ricominciato ad andare in motocross e a giocare a padel, ma ho dei limiti. Ogni settimana mi sento meglio e questo importante, però verrà il momento in cui la progressione terminerà e capirò il limite del braccio“.
A febbraio su Prime Video uscirà All In, un documentario che racconterà questi anni non semplici di Marquez. Avrà moto di farsi conoscere meglio: “Le persone mi descrivono in tanti modi. Io utilizzo la parola putilla, che significa piccolo bastardo. Una persona che cerca sempre di trovare il limite e di giocarci. Sono così, mi piace giocare con il limite. Nel documentario a volte mi si vede piangere, è un’altra parte di me“.
L’otto volte iridato ha deciso di mostrare più lati di sé, non sono quello del grande campione. Sarà interessante vedere il prodotto realizzato, ma bisogna attendere.