Indy 500, sul Borg-Warner Trophy spunta il volto di Marcus Ericsson

Il Borg-Warner Trophy, gigantesca scultura che rappresenta la vittoria nella Indy 500 ha un volto in più tra quelli dei vincitori

Sono 109. Facce sorridenti, miniature che diventano una piccola opera d’arte e che arricchiscono uno dei trofei più significativi e amati dello sport americani.

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Marcus Ericsson indica il suo volto sul trofeo (Borg-Warner Press Office)

Il volto numero #109 è quello del vincitore della Indy 500 di quest’anno, Marcus Ericsson la cui faccia sorridente da oggi campeggia sul Borg-Warner Trophy.

Indy 500, il volto di Ericcson

Indianapolis è un evento amato e famoso anche per le sue tradizioni. Dalle gare di cornice che fanno da corolla all’evento principale. All’abbuffata di  latte fresco cui ogni vincitore è chiamato subito dopo l’arrivo per tradizione. Al disegno e alla produzione certosina del calco del volto del vincitore che tradizionalmente, tra ottobre e novembre, viene stampato e saldato al trofeo.

Una vittoria da record

C’è una procedura molto tradizionale per rispettare questa consuetudine. Ericsson a maggio ha vinto la sua prima Indy 500 con la Chip Ganassi, cinque vittorie in dieci anni, dopo un finale mozzafiato in cui ha tenuto a bada l’ingresso della Arrow McLaren SP di Pato O’Ward fino all’ultima curva. Ericsson è anche diventato il vincitore più ricco di sempre della Indy 500 grazie al premio vittoria e ai bonus ottenuti tra prove, qualifiche e giri al comando della gara. La sua immagine in argento sterling è diventata ufficiale nel corso di un’attesissima cerimonia che si è tenuta all’Indianapolis Motor Speedway. L’ex pilota di F1 è il secondo svedese a vincere l’evento, 23 anni dopo il primo, Kenny Brack.

Una tradizione quasi religiosa

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Il volto di Marcus Ericsson sul Borg-Warner Trophy (Borg-Warner Press Office)

Il trofeo è gigantesco: quasi 1.70 di altezza per oltre 50 chili di peso. E raccoglie i volti di ogni singolo vincitore dal 1911 a oggi. Ericsson ha chiesto e ottenuto di poterlo portare in Svezia per una serie di celebrazioni nel suo paese natale dove la sua vittoria di Indianapolis è stato uno degli eventi sportivi più importanti dell’anno.

Dal 1990 a oggi a occuparsi delle sculture è William Behrends. Si parte da una serie di foto che lo scultore rielabora con un modello in 3D e un modello in creta a grandezza naturale. Poi si passa alla miniatura con una miscela di argilla a base di olio che poi viene trasformato in uno stampo e fuso in cera prima di essere colato in argento sterling.

Un’operazione molto complessa che costa quasi quattro mesi di lavoro… A Ericsson verrà consegnato il Baby Borg, una replica in miniatura del trofeo originale considerato uno dei cinque trofei sportivi più importanti e amati del mondo.

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