La FIA ha ufficializzato le sanzioni alla Red Bull per la violazione del budget cap 2021: non è stata adottata una linea troppo dura.
È finalmente arrivato il giorno in cui la FIA ha comunicato le sanzioni alla Red Bull per non aver rispettato il budget cap F1 del 2021. Le parti hanno raggiunto un accordo per quello che è a tutti gli effetti un patteggiamento.
La scuderia di Milton Keynes è stata punita con una multa da 7 milioni di dollari e una riduzione del 10% del tempo a disposizione per effettuare test aerodinamici nel 2023. Non si tratta di provvedimenti particolarmente duri. La cosa più importante per la Red Bull è sicuramente non aver visto sfumare il titolo 2021 di Max Verstappen.
Per regolamento, la Federazione avrebbe potuto prendere in considerazione anche la possibilità di decurtare punti nella classifica piloti dello scorso campionato. Ma ha adottato una linea differente, puntando a un accordo. Nel comunicato ufficiale ha riconosciuto che il team ha agito in buona fede, pur violando il tetto di spesa che era stato fissato per la stagione 2021 della Formula 1. Non ci sono prove che vi sia stato un intento fraudolento o disonesto.
La FIA ha ravvisato che la Red Bull aveva erroneamente escluso costi per 5.607.000 sterline e ciò ha portato il team a sforare di 1.864.000 sterline il budget cap. Si tratta di una violazione minore, dato che è inferiore del 5% al totale del tetto spese stabilito. È stata riscontrata anche una violazione procedurale, cioè errori di tipo amministrativo che hanno portato a una presentazione imprecisa dei conti del 2021.
Più scuderie avevano chiesto una linea dura, però così non è stato e le parti in causa hanno siglato un Accepted Breach Agreement. Il patteggiamento ha permesso alla Red Bull di evitare sanzioni pesanti come la riduzione di punti nel campionato 2021 o del futuro limite di spesa. La multa non influirà sulla capacità di spesa del team, visto che le sanzioni finanziarie non rientrano tra le spese del budget cap.
La diminuzione di test aerodinamici, invece, avrà un impatto sullo sviluppo durante il Mondiale 2023 e anche in preparazione di quello 2024. Ma poteva andare decisamente peggio, visto che in un primo momento sembrava che la Federazione volesse ridurre del 20-25% il tempo a disposizione della Red Bull.
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