Guidare l’Auto di un’altra persona è possibile, basta attenersi alle regole non violando ciò che dice il Codice della Strada.
Quando si parla di Auto, la normativa di riferimento che disciplina l’intera materia è il Codice della Strada, che fa chiarezza su qualsiasi circostanza che si può verificare in strada. Ciononostante, però, su alcuni punti permangono dubbi che non fanno altro che alimentare voci non veritiere circa cosa sia possibile o meno fare quando ci troviamo al volante.
Ciò crea inevitabilmente un po’ di confusione tra gli utenti che non sanno bene come comportarsi in determinate circostanze. Peraltro, senza una conoscenza approfondita, il rischio è quello di incappare in sanzioni più o meno pesanti che quantomeno ci costano alcune centinaia di euro in meno dal nostro conto bancario. Tra queste c’è quella che riguarda il prestito della propria Auto ad un’altra persona.
Prestare l’Auto a terzi è una pratica piuttosto diffusa. Tuttavia, non tutti lo fanno consapevoli di cosa potrebbe comportare un’azione simile.
Innanzitutto, è bene specificare che qualora la persona, qualunque essa sia, a cui avete prestato il veicolo rimane coinvolta in un incidente, la responsabilità rimane dell’intestatario dello stesso mezzo. Così come nel caso in cui la stessa persona commetta un’infrazione diventando, quindi, soggetto a multa.
Dunque, in sostanza, le eventuali sanzioni faranno capo direttamente al proprietario del veicolo. Tuttavia, se da un lato l’intestatario dovrà rispondere, in misura più o meno estesa a seconda dei casi, delle infrazioni della persona a cui ha prestato l’Auto, dall’altro va detto che non è in alcun modo illegale prestarla, anche se ci sono comunque alcune regole da seguire.
La materia è disciplinata dall’art. 94 comma 4-bis del Codice della Strada, il quale non nega la possibilità di prestare un veicolo a terzi, bensì ne definisce i contorni normativi all’interno del quale bisogna rimanere.
In particolare, la norma fa riferimento all’uso continuativo di un mezzo da parte di un terzo. Ebbene, essa prevede che il “prestito” non deve protrarsi oltre i 30 giorni di utilizzo quotidiano.
In caso contrario, siamo soggetti a sanzione amministrativa di importo compreso tre 363 e 1.813 euro. Per evitarla, bisogna quindi recarci presso la motorizzazione competente per cambiare il nome dell’intestatario sul libretto di circolazione.
Ciò fermo restando che la persona terza a cui abbiamo prestato l’Auto non è un familiare o partner convivente. Un altro caso in cui è richiesto obbligatoriamente il cambio denominazione sulla carta di circolazione è quello delle Auto aziendali che, superati i 30 giorni di uso continuativo, dovrà necessariamente riportare il nome della persona che guida il veicolo.
Insomma, la legge dà un discreto margine entro cui è possibile agire senza rischiare di ricevere multe. Ad ulteriore conferma di questo aspetto, c’è poi la possibilità, prevista per legge, secondo cui l’intestatario di un veicolo può prestarlo al proprio coniuge o figlio senza preoccupazioni.
In questo caso, peraltro, è possibile altresì l’utilizzo prolungato di oltre 30 giorni consecutivi senza dover obbligatoriamente ricorrere al cambio intestazione sul libretto. D’altro canto, però, chi guida un veicolo prestato dovrà dimostrare alle forze dell’ordine il proprio legame di parentela (o coniugalità) con il proprietario dell’Auto.
È poi possibile prestare un veicolo ad un amico, a patto che non lo utilizzi per più di 30 giorni. Dopodiché, c’è l’obbligo di variazione della carta di circolazione: chi non lo fa rischia una sanzione di 728-3.636 euro, oltre al ritiro del libretto.
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