Il commento di Danilo Petrucci sulla leadership della Ducati e l’ultimo scorcio del campionato del mondo di MotoGP 2022.
Danilo Petrucci ha lasciato la Thailandia dopo aver partecipato al Gran Premio come sostituto di Joan Mir in sella alla Suzuki GSX-RR. Una breve pagina di storia che resterà scolpita nella storia della Casa di Hamamatsu che dice addio al Mondiale tra meno di un mese. Dopo aver corso la Dakar e il MotoAmerica, dopo essere stato al Chang Circuit a grande richiesta di Livio Suppo, è ritornato nella sua città natale a Terni.
Non sarà solo un inverno di pausa e riflessione sul futuro per Danilo Petrucci, già in questo fine settimana parteciperà al GP delle Regioni di enduro di domenica. Nei giorni scorsi però si è goduto il weekend di MotoGP in Australia dal divano di casa, con la Ducati che si è imposta come neo leader del campionato con Pecco Bagnaia, autore di un podio molto prezioso alla luce della caduta di Fabio Quartararo mentre tentava una disperata rimonta. Adesso il pilota piemontese è a +14 e s’invola verso il suo primo titolo iridato.
Danilo Petrucci tra Ducati, Quartararo e Marquez
“Ormai si era capito da due-tre gare che Quartararo è diventato il topo e Bagnaia il gatto“, ha commentato il pilota umbro in una intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. Sono anche le circostanze a fare del francese la vittima sacrificale, visto che deve fare i conti con otto Ducati Desmosedici, ritrovandosi spesso accerchiato dalle Rosse che in questo momento hanno sicuramente qualcosa in più rispetto alla sua Yamaha M1. “Da una parte tengo anche per lui perché vedo Davide contro Golia“, ha ammesso Petrux che resta legato al marchio Ducati anche contrattualmente.
Ducati deve agguantare questa grande occasione, approfittando che Marc Marquez non sia ancora in forma. Anche se nel GP d’Australia ha ricordato a tutti di che pasta è fatto. “Fino a poco fa la Honda era in crisi, domenica ha quasi vinto. Marc è davvero forte e il prossimo anno sarà tra i pretendenti. Per questo il 2022 è una buona occasione per vincere il titolo, perché poi…“.
La Desmosedici GP è sicuramente cresciuta rispetto a quella che guidava fino al 2020. “Non so cosa sia successo di preciso, ma hanno fatto un passo avanti sulla gestione del motore soprattutto a centro curva, con un’erogazione più gestibile e questo ti aiuta. E devo dire che tutto questo – ha concluso Danilo Petrucci – è merito di Gigi Dall’Igna“.