Prezzo benzina e diesel ancora in fermento: gasolio ormai senza controllo. Cosa sta accadendo: la crisi energetica e la guerra in Ucraina sono tra i motivi
Non trovano pace i prezzi della benzina e del diesel, e di conseguenza non la trovano neanche gli automobilisti italiani. Fortemente penalizzati soprattutto gli utenti che utilizzano il diesel. I prezzi, infatti, continuano a salire: anche i bonus statali, ormai diventati (per fortuna) una costante, fanno fatica a tenere lontani i costi dalla soglia psicologica dei 2 euro.
In particolare, arrivano importanti cambiamenti soprattutto per il diesel, ma anche la benzina – nella modalità self – è andata oltre gli 1.7 euro. Si tratta di una vera e propria impennata, praticamente incontrollata: infatti gli aumenti sono continui e inesorabili. La benzina, a seconda dei marchi, oscilla tra 1.685 e 1.715 euro al litro. I costi che sembravano poter scendere sotto l’1.6 al litro, andando di fatto ai prezzi pre-crisi, sembrano già un ricordo. Pesante il rincaro del diesel: in modalità self è salito a 1.872 euro di media, con i vari marchi che vanno da 1.861 a 1.893. Sale anche il gpl, che sale oltre lo 0.806 euro per litro, e continua ad aumentare il metano, che in alcuni casi si trova a ben 3.392 euro per litro. Gli aiuti fiscali sono in scadenza ma dovrebbero essere confermati, ma purtroppo è la sola buona notizia.
Prezzo benzina e diesel: il cambiamento è pesante. I motivi dei rialzi
Lo sconto di 30.4 centesimi al litro non riesce a fermare la corsa verso i 2 euro al litro, che purtroppo potrebbe tornare a riguardare anche la benzina. Aumenti vertiginosi, che arrivano dopo qualche settimana di tregua (e di occasione giusta per fare il pieno). I motivi sono sempre gli stessi: la crisi energetica post covid e soprattutto la guerra in Ucraina. Quest’ultimo è il principale motivo dell’aumento del gasolio, perché il raffinamento di questo carburante si fa soprattutto nelle zone interessate dal conflitto. L’Europa, invece, è più autonoma per il raffinamento della benzina e i costi restano contenuti.
Di fatto, quindi, la maggior parte del gasolio che mettiamo nei nostri serbatoi arriva dall’estero, e ben il 60% dalla Russia. Ecco il perché del continuo innalzamento dei prezzi: e purtroppo è difficile sperare che si possa tornare “all’antico”, ossia quando il diesel era il carburante di gran lunga più a buon mercato rispetto alla benzina. Per rivedere la “normalità” dovrebbero terminare le sanzioni e poi sperare che il mercato torni a calmarsi, ritornando ai livelli del passato. Tutto molto difficile e improbabile, impossibile nel periodo a breve-medio termine.