Auto, con il tempo si può verificare un problema da non sottovalutare. Se non agiamo subito siamo a rischio sanzione.
Il possesso di un veicolo comporta tutta una serie di obblighi da rispettare. Ciascuno di essi, o comunque la maggior parte, è inserito all’interno del Codice della Strada, normativa massima in materia che, oltre a stabilire cosa è consentito fare e non quando siamo alla guida, stabilisce anche importi e tipo di sanzioni da comminare qualora un automobilista infranga la legge.
Ebbene, tra le tante che sono contenute al suo interno, ce n’è una che prevede l’obbligo di visibilità della targa e, sebbene possa non dipendere da noi, bisogna sempre assicurarsi che sia ben leggibile quando ci troviamo in strada. Se poi non si può rimediare autonomamente, dobbiamo necessariamente seguire una procedura precisa per rimediare quanto prima. Se non lo facciamo, c’è rischio sanzione.
La targa, così come il veicolo che identifica, è soggetta a deterioramento con il tempo. Certo, possiamo prendere alcune contromisure per allungare la loro “vita”, ma alla fine, specialmente se resta fuori alle intemperie per la maggior parte dei suoi anni, si rovina.
Peraltro, anche quando ci troviamo in mezzo al traffico, la targa è soggetta agli agenti chimici dei gas di scarico degli altri veicoli che quindi contribuiscono al suo deterioramento.
Per non parlare di quelle volte che portiamo la macchina a fare un’escursione tra ghiaia e fango, che potrebbero lasciare residui sulla stessa targa rendendola illeggibile o quasi.
In quest’ultimi casi è possibile intervenire in autonomia pulendola con cura. Così facendo eviteremo eventuali problemi con le forze dell’ordine. Ma se si dovesse deteriorare con alcune parti della targa che si sono sbiadite, allora non potremo risolvere la faccenda da soli.
La questione targa è disciplinata dall’articolo 102 del Codice della Strada e, nel nostro caso, dal comma 4. “I dati di immatricolazione indicati nelle targhe devono essere sempre leggibili – si legge –. Quando per deterioramento tali dati non siano più leggibili, l’intestatario della carta di circolazione deve richiedere all’ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri una nuova immatricolazione del veicolo, con le procedure indicate nell’art. 93“.
Pertanto, qualora si verificasse il problema, bisognerà seguire alla lettera una determinata procedura, da non confondere con quelle per smarrimento, sottrazione e distruzione per cui sono previste alcune differenze.
Se non agiamo subito e continuiamo a viaggiare con un veicolo in possesso di una targa non leggibile, l’automobilista è soggetto ad una multa di importo compreso tra 42 e 173 euro, come stabilito dal comma 7 dello stesso articolo 102 del Codice. E in caso di recidività o ulteriori aggravanti, si può arrivare persino alla confisca del veicolo stesso.
In particolare, come riporta Sicurauto, bisognerà provvedere con la re-immatricolazione del veicolo. Per farlo, dovremo rivolgerci ad uno Sportello Telematico dell’Automobilista per presentare richiesta allegandovi una serie di documenti: istanza unificata apposita (modello TT 2119); documenti di identità e codice fiscale dell’intestatario del veicolo; libretto di circolazione e certificato di proprietà; targa o targhe deteriorate; e attestazione pagamento.
Come suggerisce quest’ultimo punto, infatti, è previsto il pagamento di una determinata somma di denaro sulla base del tipo di Auto e della sua targa (A o B).
L’importo massimo è di 83 euro tramite bollettini PagoPa. Si tratta di una nuova procedura stabilita di recente dal governo. È possibile farlo in autonomia oppure rivolgendosi ad un’agenzia di pratiche automobilistiche a cui però andrà pagato un costo extra per il servizio svolto.
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