Per la Ferrari c’è ancora da migliorare per puntare al titolo e Mattia Binotto indica cosa manca: con Schumacher c’era
Bene, ma non benissimo. La stagione della Ferrari può essere sintetizzata così. Bene se si guarda a dove si era lo scorso anno e con quali obiettivi ci si era approcciati al nuovo anno: a Maranello volevano tornare ad essere competitivi e vincere qualche gara, missione quindi portata a termine.
Non benissimo perché dopo l’avvio sprint, la Rossa era indicata come la monoposto più veloce della griglia e il team non è stato capace di sfruttare in pieno il potenziale, tra errori e problemi di affidabilità. Così è nato il trionfo di Verstappen e della Red Bull e Mattia Binotto spiega cosa è mancato alla Ferrari e qual è la ricetta giusta per tornare a vincere. Intervenuto al ‘Festival dello Sport’ che si è tenuto a Trento, il team principal ha spiegato: “Fare bene i compiti non basta, per vincere occorre continuare a migliorare e per farlo serve dare il 120% se non il 130%. Veniamo da stagioni molto difficili, nel 2020 siamo arrivati sesti nel Mondiali costruttori. Sono stati anni che ci hanno segnato, in cui abbiamo subito pressioni e critiche. La promessa era di tornare ad essere competitivi e l’abbiamo mantenuta. Ora c’è ancora un passo da fare“. E quel passo riporta al passato.
Mattia Binotto indica allora qual è la strada per tornare alla vittoria e fa un tuffo nel passato: ai suoi primi anni in Ferrari ma anche alle vittorie dell’epoca di Michael Schumacher.
“La Formula 1 è rivoluzionata rispetto ad allora, i team principali hanno organici più che raddoppiati. In pista ci sono colossi come mezzi e risorse: questo rende ancora più bello batterli“. Per riuscirci però come detto manca ancora qualcosa: “Serve la mentalità vincente che c’era con Schumacher e che ti spingeva a migliorare dopo ogni successo“. Ed è proprio la mentalità giusto che Binotto spera possa uscire fuori al termine di una stagione dove gli errori hanno tolto la possibilità di lottare per il titolo.
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