Ciabatti ha commentato la vittoria di Bastianini contro Bagnaia: il direttore sportivo della Ducati è stato molto onesto.
Il Gran Premio di Aragon è stato sicuramente positivo per la Ducati. Oltre alla doppietta firmata da Enea Bastianini e Francesco Bagnaia, è arrivata anche al conquista del terzo titolo costruttori consecutivo.
Essendoci stata la caduta di Fabio Quartararo a causa di un contatto con Marc Marquez, adesso Pecco si trova a 10 punti dal francese in classifica. I giochi per il titolo mondiale MotoGP sono apertissimi. E non bisogna dimenticare Aleix Espargarò, a -17 con l’Aprilia.
I punti di svantaggio da Quartararo sarebbero stati 5 se il pilota piemontese fosse riuscito a tenersi dietro Bastianini. Ma non ce l’ha fatta, venendo beffato proprio all’ultimo giro. Il Bestia ha dimostrato che in casa Ducati non ci sono strategie e che lui non vuole regalare nulla al suo futuro compagno di squadra.
Paolo Ciabatti in un’intervista concessa a Sky Sport MotoGP ha risposto sull’ipotesi che i 5 punti persi ad Aragon da Bagnaia possano rivelarsi decisivi a fine campionato: “Speriamo di no. Non siamo ipocriti, avremmo chiaramente preferito che vincesse Pecco. Così avrebbe portato a 5 i punti di distacco da Quartararo. Però Enea ha disputato una splendida gara, negli ultimi giri era velocissimo e ha meritato la vittoria“.
Il direttore sportivo della Ducati è stato onesto nell’ammettere che preferiva il successo di Bagnaia. Interrogato anche sul discorso delle strategie, si è così espresso: “Dobbiamo fare delle valutazioni, perché vogliamo vincere il titolo piloti. Lo abbiamo vinto solo nel 2007 con Stoner. Non bisogna perdere nessuna occasione, abbiamo detto che se un pilota è davanti deve vincere la sua gara. Ma dobbiamo anche valutare le dinamiche delle prossime gare, per non perdere l’occasione che si è aperta con il ritiro di Quartararo ad Aragon“.
Le idee nel team italiano sono abbastanza chiare. C’è un obiettivo, che è quello di conquistare il mondiale piloti, e pertanto della strategia potrebbe esserci. Nulla di sconvolgente, sono normali dinamiche che magari in MotoGP si sono viste poco ma che ad esempio in F1 sono la consuetudine. Dare una mano al pilota che si sta giocando il titolo non è qualcosa di strano, l’importante è non farlo in una maniera antisportiva.
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