Quando si incontra un Autovelox si tende a scendere sotto la soglia del limite di velocità consentito, ma non sempre è strettamente necessario
Non sempre gli Autovelox sono così amati dagli automobilisti che magari ogni giorno devono fare quel preciso tratto di strada dove è presente per arrivare a lavoro o all’università.
Infatti, può sempre capitare che un giorno siamo disattenti e gli passiamo davanti non rispettando il limite di velocità in vigore in quella tratta. Probabilmente, se vi siete accorti di averlo fatto, seguiranno giorni di apprensione in attesa di ricevere la multa a casa, ma può anche capitare che per quella volta l’abbiate fatta franca.
Le multe per eccesso di velocità sono disciplinate dall’art. 142 del Codice della Strada, il quale prevede una serie di circostanze per cui maggiore è l’eccesso e più pesante sarà la sanzione.
Infatti, se si oltrepassa il limite di non oltre i 10 km/h, l’importo da pagare sarà una cifra compresa tra i 42 e i 173 km/h. Tra i 10 e i 40 km/h di eccesso, invece, il Codice stabilisce che sia erogata una multa di importo compreso tra 173 e 694 euro.
Tra i 40 e i 60 km/h di eccedenza si sale ancora, tra 543 e 2.170 euro e sospensione della patente da 1 a 3 mese. C’è poi il caso peggio che stabilisce che chi supera i limiti di oltre 60 km/h debba ricevere una sanzione economica da 845 e 3.382 euro e sospensione della licenza da 6 a 12 mesi.
L’Autovelox è uno dei principali strumenti con cui le forze dell’ordine rilevano la velocità dei veicoli, nonché quello con cui registrano le maggiori infrazioni per eccesso di velocità.
Il suo funzionamento è abbastanza semplice. Al passaggio di un’Auto davanti alla prima fotocellula scatta una specie di timer, che si stopperà non appena lo stesso mezzo transiterà davanti alla seconda. Il sistema avrà quindi registrato un intervallo di tempo da cui poi calcolerà la velocità effettiva del veicolo.
Se il conducente che ne era alla guida non ha superato il limite, allora lo stesso sistema eliminerà tutti i dati del veicolo transitato immagazzinati in quel frangente.
In caso contrario, saranno salvati e inviati all’unità operativa che ha il compito di provvedere con la redazione del verbale e della sanzione da inviare a casa dell’automobilista che ha commesso l’infrazione.
Tuttavia, c’è da considerare un altro aspetto che riguarda gli Autovelox e gli altri strumenti di rilevazione della velocità dei veicoli, previsto dal D.M. del 29 ottobre del 1997. Tale decreto include la cosiddetta tolleranza chilometrica: “per gli accertamenti della velocità, al valore rilevato della velocità deve essere applicata una riduzione pari al 5% con un minimo di 5 km/h“.
Dunque, in sostanza, la tolleranza chilometrica ammette il superamento dei limiti di velocità. Facendo degli esempi pratici, se viaggiamo in un centro urbano con il limite di 50 km/h, la multa scatta a 56 km/h, mentre se si viaggia in autostrada, dove il limite è di 130 km/h, applicando il 5% di tolleranza, la multa scatterà a 137 km/h.
Ovviamente, questo non è un incoraggiamento ad andare più veloci quando siamo al volante della nostra vettura, anche perché è molto difficile sapere con certezza siamo riusciti a rispettare i limiti con le relative tolleranze.
E allora perché è prevista? Il motivo è presto detto. Gli stessi autovelox e tachimetri della nostra Auto non sempre rilevano la velocità effettiva del veicolo. Certo, il margine d’errore in questi casi sono per lo più piccolo, ma se non si presta abbastanza attenzione potrebbe costare una multa salata.
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