Andrea Dovizioso chiude l’avventura mondiale dopo 21 stagioni e un titolo iridato. Tra i tanti compagni di box ne ricorda uno in particolare.
Inizia il conto alla rovescia per Andrea Dovizioso che a Misano dirà per sempre addio alla classe MotoGP, dopo 21 anni nel Motomondiale, 15 vittorie, un titolo iridato nella classe 125, tre volte vice campione alle spalle di Marc Marquez. Chiude la sua avventura in sella ad una Yamaha M1 che ha tradito le sue aspettative, cambiata radicalmente negli ultimi anni fino a diventare inadatta al suo stile di guida.
Il veterano forlivese non è mai riuscito a centrare una top 10, pochi stimoli e zero risultati. Del resto questa categoria è cambiata davvero tanto con le nuove gomme, l’elettronica unificata, l’aerodinamica sempre più sofisticata e che rende più difficile i sorpassi su certi tracciati. “È difficile vedere tanti sorpassi perché tutti sono veloci, devi giocare più con i tempi sul giro più che con la strategia di gara o il consumo delle gomme. Questa è una conseguenza del cambio delle gomme“.
Un cambiamento generale che si somma ad un’evoluzione “sui generis” della Yamaha M1, capace di esprimersi al meglio solo nelle mani di Fabio Quartararo. Andrea Dovizioso lascia con una valigia ricca di ricordi, emozioni, momenti entusiasmanti e altri meno. Ha condiviso il box con grandi campioni senza nessuna riverenza, da Andrea Iannone a Danilo Petrucci, da Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo, da Cal Crutchlow a Valentino Rossi.
Indimenticabile la sua convivenza ai box con un campione come Nicky Hayden: “Nicky era davvero speciale perché Nicky era solo Nicky. Un vero americano, molto calmo eppure emotivo“, ha raccontato il 36enne romagnolo in un’intervista rilasciata a Speedweek.com. “Ci sono state cose buone da tanti compagni di squadra. Ma non da tutti. Anche alcune cose negative, perché è normale quando ci si sfida l’uno contro l’altro. È difficile essere amici“.
Particolarmente sentito il rapporto con la Ducati, dopo otto stagioni insieme in cui ha raccolto 14 vittorie e una lunga serie di podi. Fino al divorzio al termine della stagione 2020 per qualche incomprensione di troppo con le alte cariche di Borgo Panigale. “La moto migliore è sempre quella su cui hai ottenuto i risultati migliori… Nel 2018 ho avuto il miglior feeling con una moto“. Doveva essere l’anno della consacrazione mondiale, ma qualche caduta di troppo come a Jerez e Le Mans ha infranto il sogno. “Purtroppo a inizio stagione avevo due zeri che hanno cambiato completamente il campionato. Non sono stato in grado di combattere fino alla fine. È stata la mia stagione migliore“.
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