Le autorità hanno strumenti alternativi agli Autovelox per rilevare la velocità dei veicoli, ma non sempre è legittimo il loro utilizzo.
Quando si viaggia sulle strade pubbliche bisogna sempre stare attenti a rispettare gli obblighi stabiliti dal Codice della Strada. Esso, infatti, è il regolamento che raccoglie tutte le norme che riguardano non solo il comportamento degli automobilisti, ma anche delle autorità nelle loro attività di controllo.
Tuttavia, non sempre le regole previste dal Codice sono di così chiara interpretazione, creando confusione sia per chi deve far rispettare le legge, che per chi la deve rispettare. Non a caso, ogni anno ci sono diversi ricorsi da parte degli automobilisti per multe che, quantomeno in teoria, sono illegittime. E l’eccesso di velocità è uno dei motivi principali per cui vengono impugnate presso gli organi competenti.
Le autorità hanno diversi strumenti per rilevare la velocità dei veicoli. Il più famoso è senza ombra di dubbio l’Autovelox. Si tratta di un apparecchio che, attraverso un sistema di fotocellule, rileva la velocità in tempo reale.
Nel caso di eccesso, il sistema manda un segnale che verrà valutato e analizzato da chi di dovere che poi provvederà con la stesura del verbale e il conseguente invio della multa a casa del proprietario dell’Auto.
Più recenti, invece, i Tutor. Presenti per lo più in autostrada, essi rilevano l’andamento di un veicolo in due momenti differenti. Se il tempo di percorrenza stimato della tratta è inferiore a quello previsto, vuol dire che il mezzo andava oltre i limiti consentiti e dunque il suo proprietario sarà sanzionabile.
Inoltre, c’è un terzo strumento ancora più recente utilizzato per la rilevazione della velocità il cui utilizzo non è ancora così chiaro: si tratta degli Speed Scout.
Tale strumento non è altro che un apparecchio che, in sostanza, funziona come un autovelox, ma con la grande differenza che viene montato internamente all’Auto delle Forze dell’Ordine anziché all’esterno. Quindi, il rischio è quello di non accorgersi neanche della sua presenza ed eventualmente di ricevere un “brutta sorpresa” a casa.
Dunque, di fatto, con lo Speed Scout è possibile rilevare la velocità effettiva di un veicolo che circola su strada e in caso di eccesso ci sono gli estremi per comminare una multa ai danni del conducente che non ha rispettato i limiti.
Tuttavia, negli ultimi anni, è stato oggetto di disputa in tribunale tra ipotesi di legittimità e illegittimità.
Il motivo, in questi casi, è da ricollegarsi ad un Decreto Ministeriale (il n. 282 del 13/06/2017) il quale sancisce che, per “i dispositivi di rilevamento di velocità installati a bordo di veicoli per la misura della velocità in movimento“, non è obbligatoria la segnalazione preventiva.
Ma siamo così sicuri che sia davvero così? Ebbene, ci ha pensato il Tribunale di Belluno a stabilirlo.
Partiamo dal presupposto che ogni multa è impugnabile presso le opportune sedi. Alcuni casi sono eclatanti e quindi ci limitiamo a pagare la multa, su altri, invece, ci possono essere dubbi tali da prendere la decisione di fare ricorso.
Tutto sta nella corretta interpretazione del Codice della Strada che, di fatto, rappresenta il massimo regolamento che disciplina i comportamenti da tenere quando ci troviamo alla guida dei nostri mezzi.
E se su Autovelox e Tutor è sicuro che essi vadano segnalati preventivamente, sugli Speed Scout la questione è un po’ più complessa proprio a causa del Decreto n. 282 del 13/06/2017.
Tuttavia, il Tribunale di Belluno lo ha giudicato illegittimo, in quanto il regolamento che disciplina la materia è il solo Codice della Strada, ritenuto “legge”. Ne consegue che un D.M. non ha poteri tali da stabilire un’eccezione valida scavalcando lo stesso Codice.
Dunque, in definitiva, il Tribunale di Belluno ha disposto che, analogamente a quanto accade per Tutor e Autovelox, anche per gli Speed Scout, ne va segnalata la presenza in anticipo con appositi cartelli, fissi o mobili che siano, o, in alternativa, con segnali luminosi.
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