Domenicali ha parlato del calendario della Formula 1, difendendo alcuni appuntamenti criticati e spiegando perché manchi la Germania.
I tifosi della F1 non sono esattamente felici della direzione presa per quanto riguarda la compilazione del calendario del campionato. La sensazione è che ci siano troppe scelte di carattere economico, badando poco alla storia e anche all’etica.
Il Gran Premio di Russia fa eccezione, dato che poco dopo l’avvio della guerra contro l’Ucraina è stato annunciato che la Formula 1 non avrebbe corso a Sochi quest’anno e a San Pietroburgo nei prossimi. Ma ci sono anche alcuni noti Paesi nei quali i diritti umani non sono esattamente gli stessi di cui godiamo nel mondo occidentale e qualche riflessione approfondita andrebbe fatta, invece di pensare solamente al denaro.
C’è poi il discorso inerente gli eventi storici, presenti nel programma del campionato ma che potrebbero diventare meno se la F1 continuerà a fare scelte dettate dall’aspetto economico. Ci sono diversi tifosi preoccupati.
Stefano Domenicali in un’intervista a Sport Bild ha difeso la decisione di correre in luoghi come Arabia Saudita e Qatar (rientrerà in calendario nel 2023): “Vogliamo usare la forza del nostro sport per guidare il cambiamento. E vediamo che sta succedendo qualcosa”.
È stato accusato di aver adottato due pesi e due misure nei confronti dei Paesi arabi in confronto a quando scelto di fare con la Russia, che non intende inserire nuovamente nel programma della Formula 1 in futuro: “Hanno pagato cifre folli, ma ci sono cose non negoziabili. Non tratteremo più con loro, non ci saranno più gare lì”.
A settembre i piloti avrebbero dovuto gareggiare a Sochi e dall’anno prossimo a Igora Drive, però per molto tempo non assisteremo più a gran premi disputati in Russia. Più in là nel tempo non è da escludere che tale posizione possa cambiare, a patto che la guerra finisca e che poi sul tavolo vengano messi tanti soldi. Serviranno tanti anni, però non saremmo stupiti di rivedere la Russia in calendario un giorno.
A Domenicali è stato anche chiesto della mancanza della Germania nel campionato e ha così spiegato la situazione: “Parlano, parlano, ma alla fine servono i fatti. È un mistero come non si riesca a costruire un business attorno a un gran premio. Una gara a Hockenheim o al Nurburgring sarebbe attraente, ma deve valerne la pena. Non possiamo assumerci tutti i costi”.
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