Moto GP

Marc Marquez, Bradl spiega perché è così importante per la Honda

Stefan Bradl, collaudatore della Honda, spiega il ruolo di Marc Marquez nell’evoluzione del prototipo RC213V.

Stefan Bradl è ormai una presenza costante nel box Honda, soprattutto dalla stagione 2020, quando ha dovuto prendere il posto dell’infortunato Marc Marquez per l’intero campionato, per diverse gare del 2021 e adesso anche nel 2022, dopo il quarto intervento al braccio destro del campione di Cervera. Il collaudatore tedesco da tempo lavora sulla RC213V e parla della crisi interna al box dell’Ala dorata.

Marc Marquez (foto Ansa)

In una lunga intervista a Speedweek.com spiega come a dirigere l’evoluzione del prototipo sia Marc Marquez, da sempre il faro per gli ingegneri che devono apportare modifiche e aggiornamenti. “La direzione dello sviluppo è sempre determinata dal leader ed è sempre stato Marc nel corso degli anni. Quindi devi capire un po’ cosa serve a Marc e cosa gli piace fare“, ha detto Stefan Bradl, in alcune occasioni al centro delle critiche di alcuni tifosi.

Bradl spiega l’evoluzione della Honda

Stefan Bradl (foto Ansa)

In realtà il tester tedesco riveste un ruolo meno centrale di quanto si pensi, visto che l’evoluzione tecnologica spinge verso le decisioni degli ingegneri. A volte costretti a doversi affidare più ai dati di un computer che alle sensazioni dei piloti in moto: “Esaminano i dati e talvolta il computer fornisce feedback diverse rispetto al pilota. A volte i tecnici pensano di conoscere meglio la soluzione perché la leggono dal computer“.

In questo difficile momento del marchio Honda il vero nodo da sciogliere sta nell’avantreno, soggetto a slittamenti che spesso portano ad una caduta: “Sono il nostro problema generale in Honda. Finora non sappiamo esattamente come possiamo tenere sotto controllo questo problema. Possiamo solo continuare a lavorare e cercare di migliorare la situazione“. Su questo fronte si stanno muovendo con aggiornamenti al telaio che vedremo nel corso dell’estate.

Ma per uscire fuori dal tunnel servirà anche uno scossone ai vertici secondo Stefan Bradl: “Per i giapponesi la priorità assoluta è che nulla venga portato in pista che non sia stato adeguatamente testato. Loro sono forse un po’ più conservatori. Non sono così sfacciati come forse in Ducati, Aprilia o KTM“. Adesso uscire dal pantano non sarà facile e secondo il collaudatore ci vorranno mesi: “Servirà tempo prima che venga trovata una soluzione. Non accadrà in tempi rapidi“.

Luigi Ciamburro

Giornalista con la passione dei motori dal 2008. Classe 1980, laureato in Lettere moderne con indirizzo pubblicista.

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