Quando aveva firmato per correre in Indy escluse dai suoi impegni contrattuali le gare negli ovali, ma Grosjean sembra avere rapidamente superato le sue perplessità
Un anno di ambientamento, i primi successi. La firma con il colosso Andretti e una seconda stagione che lo vede perfettamente a suo agio.
Anche negli ovali, le piste che inizialmente non riusciva proprio a digerire e sulle quali aveva chiesto espressamente di non correre se non dopo un lungo allenamento.
Grosjean e la Indy
Lo scorso anno l’esordio, poi un paio di brillanti risultati. E ora anche gli ovali più estremi non hanno segreti per Romain Grosjean che alla vigilia del doppio appuntamento di Newton, in Iowa, confessa di aver ‘fatto la pace’ con questa tipologia di circuiti ai quali faticava ad abituarsi. “Era solo una questione di abitudine e di prospettive – spiega l’ex pilota F1 della Haas – ma la Indy sta diventando qualcosa di irrinunciabile. E anche negli ovali… sto cominciando a divertirmi”.
Gli ovali, la grande sfida
La tappa in Iowa, due gare tra sabato e domenica, è uno degli eventi più attesi della stagione su una delle piste più insidiose in assoluto del circuito. Al momento Grosjean ha in archivio tre sole gare in un ovale. Ma l’esordio a Indianapolis è stato più che significativo a proposito delle sue qualità e potenzialità. Ora si tratta di rompere il ghiaccio con un risultato che lo metta in evidenza: “Venire in America e correre come gli americani non è e non sarà mai facile per un pilota europeo. Anche perché gli ovali sono dannatamente complicati, tutti diversi uno dall’altro per pendenza, lunghezza, grip. Ci sono ancora molte cose che sto imparando, ma posso contare sull’esperienza del mio team e sulla collaborazione dei miei compagni di squadra che condividono le loro informazioni con me”.
Newton, un circuito di nemmeno un miglio, nervosissimo e un po’ irregolare, piace molto a Grosjean: “Arrivare qui e uscire dai box è un’autentica sfida. Ogni giro è un incognita perché affronti sobbalzi, irregolarità su una pista che per la verità è molto accidentata. Completamente diversa da Texas e Indy, dove ho già corso. É impressionante il modo in cui questa pista ti spinga ai limiti, cercando velocità anche dove tutto di sembra stretto e rischioso. Mi piace, mi sto divertendo. Ho scoperto di potermi adattare persino a un ovale corto e con due sole corsie. Se me lo avessero detto quattro anni fa non lo avrei mai creduto…”