Luca Marini autore di una prima parte di campionato in crescendo. Il pilota del team VR46 spiega cosa rende attraente la classe regina.
Dopo un inizio di stagione in salita Luca Marini ha dirottato in discesa dopo Le Mans, quando ha centrato la prima top-10, ha migliorato sul giro secco e ha trovato qualche soluzione ai problemi di aerodinamica che gli facevano perdere velocità sui rettilinei. Ottimo lavoro di squadra nel team Mooney VR46 che, seppure formato su persone di grande spessore tecnico, corre per il primo anno in classe regina.
Il miglior risultato è stato il 5° posto al Sachsenring, ma ha nettamente migliorato il passo gara nelle ultime uscite con la sua Ducati GP22. Peccato che ad Assen non sia stato molto fortunato, perché alla partenza un contatto con la Suzuki di Joan Mir lo ha costretto a correre l’intera gara con una aletta spezzata che ha causato molti problemi in alcuni settori del circuito olandese.
La ripresa di Luca Marini
Sempre in Olanda è arrivato il primo podio di Marco Bezzecchi, a conferma che questa squadra potrebbe puntare davvero in alto, in questa ma soprattutto nella prossima stagione, dopo che potrà vantare di un anno di rodaggio. “Ho faticato all’inizio, i primi GP non sono stati facili“, ricorda Luca Marini come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’. “Ma poi sono cresciuto molto, c’è una bella intesa con la squadra e questo è un bene. Penso inoltre che nelle prossime gare europee andrà ancora meglio perché avremo più tempo per stare insieme e affiatarci di più“.
Dopo aver trovato il giusto setting di base il fratello di Valentino Rossi ha iniziato ad alzare l’asticella. Inizia ad avvertire un buon feeling già dal venerdì di prove libere e nelle qualifiche guadagna più facilmente l’accesso alla Q2. Adesso può contare su 52 punti in classifica e un chiaro obiettivo: quello di dare la caccia al suo primo podio in Top Class.
Del resto ci è riuscito il collega di squadra Marco Bezzecchi, rookie e con una Desmosedici meno aggiornata. Luca Marini però qualche rimpianto ce l’ha, quando ad inizio Mondiale aveva dei problemi e non si riusciva a capire il motivo. “Poi l’inversione di rotta, motivo per cui do un 7 come voto alla mia stagione… credo che il podio sia alla portata“. Del resto basta farsi trovare pronti, al posto giusto nel momento giusto, perché il livello di competizione è sempre più alto: “In molti hanno una moto Factory o quasi e sono in condizione di ottenere grandi risultati anche nei team satellite: è una cosa ottima per il nostro sport, ma rende la sfida più serrata“.