Paco Sanchez, manager di Joan Mir, ammette che per il suo pilota c’è una sola possibilità per il prossimo anno.
Joan Mir ha dovuto interrompere la trattativa di rinnovo contratto con Suzuki, ormai ai dettagli finali, dopo che i vertici aziendali hanno annunciato l’uscita dal Mondiale a fine stagione. Un fulmine a ciel sereno scoppiato durante la giornata di test Irta a Jerez de la Frontera, costringendo il campione del mondo 2020 e il suo manager Paco Sanchez a trovare una nuova squadra per il prossimo anno.
Non c’è stato tempo da perdere, perché le selle si sarebbero ridotte e il numero dei piloti in superiorità numerica rispetto ai posti disponibili avrebbe giocato a sfavore degli atleti. In effetti si gioca un po’ al ribasso sugli ingaggi, a causa di una doppia crisi dettata prima dalla pandemia di Covid e poi dalla guerra in Ucraina. In un’intervista concessa al canale YouTube di TR MotoGP il manager spagnolo sottolinea come l’uscita della Casa di Hamamatsu abbia condizionato ogni trattativa: “È qualcosa che non ci aspettavamo e ha rivoluzionato il mercato“.
Il budget a disposizione dei piloti risulta quasi dimezzato e Joan Mir non ha molte possibilità di scelta. Non ha nessuna intenzione di svendersi alla Honda, ma allo stesso tempo sa di non avere altre possibilità, se non un anno sabbatico. Di certo non teme il confronto con Marc Marquez nello stesso box: “Joan non ha paura di niente, se così fosse resterebbe a casa. Conosce le difficoltà e al momento è l’unica squadra (Honda, ndr) a disposizione. Se non correrà in Honda Joan va a casa, non c’è un piano B“.
A quanto pare resta qualche dubbio sull’offerta al pilota maiorchino, ma alla fine dovrebbe esserci la firma. Alla Honda non conviene puntare su un giovane pilota, come ad esempio Pedro Acosta, che rischia di bruciare le tappe della sua carriera nel caso di salto in classe regina dal 2023. Allo stesso tempo a Joan Mir non restano valide alternative per correre nel prossimo Mondiale. “Pedro e il suo staff non sono stupidi, sanno di avere tutto il futuro davanti, senza la pressione di salire in una squadra come la Honda“.
Da qui alla fine del Mondiale Suzuki e Joan Mir proveranno a raccogliere i migliori risultati possibili per mettere la parola fine nel miglior modo possibile. Anche se non sarà facile dopo la notizia dell’addio. “Non sono al 100%, non hanno quello spirito di squadra – ha sottolineato Paco Sanchez -. Brivio ha saputo gestire molto bene le volontà e gli ego, facendo di questa squadra una grande famiglia. Ora non è più una famiglia“.
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