José Mourinho ha fatto un paragone tra calcio e Formula 1. Per il tecnico della Roma, i due ambiti hanno un aspetto in comune.
Arrivato a Roma soltanto un anno fa, José Mourinho ha dimostrato ancora una volta di essere un allenatore vincente, portando i giallorossi alla conquista della prima edizione della Conference League.
Si tratta dell’ennesimo trofeo ottenuto dal tecnico lusitano che nelle sue esperienze precedenti ha vinto di tutto. Champions League, Europa League, campionati e coppe nazionali, insomma, ovunque sia andato ha quasi sempre vinto almeno un trofeo.
Gli stessi successi di squadra gli hanno poi consentito di vincere svariati premi personali, tra cui spiccano i quattro riconoscimenti di “Allenatore dell’Anno” con Porto, Chelsea, Inter (con cui vinse il Triplete) e Real Madrid.
Ma oltre al calcio, però, Mourinho è un intenditore di sport a tutto tondo, in primis tennis e Formula 1, come ha ribadito in più di un’occasione. E a quest’ultimo proposito, in un’intervista a Sky Sports UK, il portoghese ha fatto un paragone tra il calcio di oggi e la massima serie automobilistica, accomunati, secondo lui, da un aspetto che negli ultimi anni sarebbe diventato preponderante nei due settori.
“Il gioco è cambiato negli ultimi vent’anni – le parole dell’allenatore della Roma –. In termini di allenamento e metodologia abbiamo molti nuovi strumenti per analizzare una partita anche dalla panchina“.
Infatti, oggi, Mourinho e i suoi colleghi possono disporre di strumenti che in passato erano proibiti, che offrono nuove possibilità in termini di miglioramento delle prestazioni singole e collettive. “Oggi ho a disposizione qualcosa che vent’anni fa era proibito – ha affermato –: un monitor con una telecamera tattica che abbiamo negli stadi e che può darci diverse prospettive del campo“.
Inoltre, sono aumentate le figure specializzate, con ciascuno che si occupa di un determinato ambito. “Sono apparse nuove dimensioni dello staff tecnico. Ora ci sono molte persone specializzate in diversi settori e si può condividere il lavoro. È una situazione diversa“. Perciò, secondo lo Special One, tutto questo ha semplicemente portato “il nostro lavoro a una dimensione incredibile“.
“Devi anche gestire molte più informazioni rispetto a prima – ha poi aggiunto –. A volte devo selezionare le informazioni più importanti perché semplicemente non possiamo occuparci di tutto“. Questo cambiamento così importante del calcio, quindi, ha portato i tecnici a dover gestire diversi aspetti, compreso quello riguardante i dati forniti da una serie di strumenti all’avanguardia, a tal punto da essere considerato, a detta di Mourinho, simile al lavoro svolto dalle scuderie di Formula 1.
“Credo che la situazione sia molto simile a quella delle squadre di Formula 1 – ha dichiarato –. Durante la gara hanno così tanti dati che devono essere molto selettivi. Non possono semplicemente passare tutte le informazioni al pilota“.
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