Mattia Binotto non nasconde le rinnovate ambizioni della Ferrari ma lancia anche un avvertimento: la Red Bull lo farà
La Ferrari esce dal Canada con un mezzo sorriso. Merito della rimonta di Leclerc, da diciannovesimo a quinto, e dal podio di Sainz, costantemente in lotta con Verstappen per il successo.
La scuderia di Maranello spera di essersi messa così alle spalle il periodo nero, anche se è indubbio che la classifica mondiale, soprattutto per quanto riguarda quella piloti, si è complicata con Verstappen che ha guadagnato ulteriore terreno. Ad analizzare la gara di Montreal e i risultati della rossa, è il team principal Mattia Binotto che si dimostra moderatamente soddisfatto: “In questo weekend eravamo più in difesa: avevamo una vettura che partiva dal fondo e occorreva minimizzare lo svantaggio“. Invece la Ferrari è riuscita a guadagnare punti: “Questo è un bene. L’affidabilità è un problema per tutti. Questa volta è capitata a Perez, in altre occasioni a noi. Noi siamo consapevoli che ci sono i problemi e che vanno risolti al più presto. Ora con due motori freschi, Charles avrà più respiro e potremo concentrarci solo sugli aspetti prestazionali“.
Ferrari, Binotto è chiaro: “A Silverstone per vincere”
Binotto continua commentando la gara di Leclerc e Sainz: “Charles è arrivato quinto partendo dal fondo, è un buon risultato. Sainz sta guadagnando fiducia e ora guida meglio che a inizio stagione. Peccato, oggi eravamo un pizzico più veloci: 1-2 decimi non sono sufficienti per superare, ha pagato la qualifica di ieri, ma in gara è stato bravo. Non è stata la sua volta ma arriverà presto l’occasione per la vittoria“.
Un’occasione che la Ferrari spera possa esserci a Silverstone: “Affrontiamo ogni gara per vincere. Ora Charles ha motori nuovi: le prossime quattro gare saranno importanti. A Silvertone mi aspetto che la Red Bull porti uno sviluppo importante. Vedremo cosa porteranno rispetto a ciò che faremo noi“. Infine, un rimbrotto al team: “Per vincere servono weekend perfetti: non lo è stato in qualifica, né al pit stop ed è una cosa da valutare perché ormai sistematicamente da questo punto di vista non siamo perfetti“.