Ogni auto è perfettamente riconoscibile per la propria targa, che corrisponde un po’ al nostro codice fiscale: occhio alla multa se questa è illeggibile oppure rovinata
Nessun veicolo che circola per le strade è uguale all’altro. Ogni targa lo identifica in maniera unica, esattamente come avviene per l’identità delle persone certificata dal documento. Le targhe sono due, una davanti e una dietro. Questo perché ogni automobile deve essere sempre identificabile. Per lo stesso motivo le targhe posteriori sono illuminate da apposite luci che ogni costruttore monta nella carrozzeria.
Le prime targhe in Italia arrivarono nel 1897, anche se l’obbligo di esporle stabilmente sul veicolo arrivò nel 1901. Da quel momento ogni automobile doveva avere le sue targhe. E’ facile comprendere come l’importanza delle targhe, a partire dalla loro regolarità sia un perno centrale del codice della strada. Proprio per questo motivo, le targhe di ogni veicolo devono essere sempre presenti sul veicolo e ben in vista. Non possono essere coperte e la legge obbliga ad una piena visibilità. Non è tollerata l’assenza di una delle targhe (anche solo quella davanti) e soprattutto queste devono essere integre. Ma non solo, le targhe devono essere perfettamente leggibili, in ogni condizione. Sia di giorno che di notte, e soprattutto non è tollerato sporco o danni che possano impedire di leggere anche un solo numero o lettera. Nemmeno il normale scolorimento nel tempo, oppure a causa di lavaggi con prodotti aggressivi, può evitare la sanzione. A tal proposito il Codice della Strada parla molto chiaro: l’articolo 102 regolamenta l’utilizzo delle targhe (una sola nel caso delle due ruote) e il suo smarrimento, sottrazione, deterioramento o distruzione. In questo caso vogliamo occuparci soltanto della illeggibilità della stessa.
E per questo bisogna leggere il comma 4. “I dati di immatricolazione indicati nelle targhe devono essere sempre leggibili – spiega la norma – quando per deterioramento tali dati non siano più leggibili, l’intestatario della carta di circolazione deve richiedere all’ufficio competente della Direzione generale della M.C.T.C. una nuova immatricolazione del veicolo, con le procedure indicate nell’art. 93″. Quindi non ci sono scuse. La legge vale anche per la targa sporca, che quindi va pulita prima di mettersi in marcia. E bisogna fare attenzione alla multa, perché storicamente le forze dell’ordine difficilmente chiudono un occhio quando ci sono problemi con la targa. Se questa è illeggibile la multa va dai 41 ai 168 euro, a seconda del grado di illeggibilità. Molto più grave se la targa è assente: in questo caso si va incontro a un fermo amministrativo o il sequestro della vettura.
Chiaramente, dall’assenza della targa scaturiscono tutti i controlli del caso, che possono portare a questo tipo di sanzioni più importanti. Se invece la targa è presente, ma non nel suo alloggio per via della rottura del parafango o del supporto, l’automobilista è comunque obbligato a tenerla esposta e visibile, magari dietro il parabrezza. In questo caso le autorità competenti valuteranno se ci sono gli estremi per una sanzione. Infine, ma è scontato precisarlo, in assenza di targa il “foglietto” con gli estremi scritti col pennarello non sussistono un surrogato e si va incontro a sanzione certa. Infine, la legge non tollera nemmeno una copia della targa. Questa deve essere sempre autentica e con i sigilli apposti dalla Motorizzazione Civile.
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